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"Pasta Nera", un'opera sulla solidarietà e lo spirito unitario del nostro paeseSinossi *: 1945. La guerra è finita e l’Italia è devastata, ma l’entusiasmo della nascente democrazia attraversa il Paese.
Nel clima di collaborazione delle forze anti‐fasciste per ricostruire il paese devastato, affamato, profondamente ferito dalla guerra, migliaia di famiglie di lavoratori del centro nord aprirono le loro case a decine di migliaia di bambini provenienti dalle zone più colpite e di più antica miseria del Meridione, ma anche di altre zone martoriate del Paese.
L’iniziativa in poco tempo diventò un movimento nazionale proponendo una concezione della solidarietà e dell’assistenza che trovava le sue radici nei valori della Resistenza, indicando soluzioni concrete ai problemi più urgenti, supplendo all’assenza delle istituzioni. Su quelli che vennero chiamati “i treni della felicità” circa 70.000 bambini si lasciarono alle spalle povertà e macerie per vivere l’esperienza dell’ospitalità in un’altra famiglia.
I protagonisti di questa storia, ormai nonni, ricordano con i loro occhi bambini quest’incredibile esperienza creando un cortocircuito emozionale tra infanzia e anzianità. La memoria storica e un ricordo lucido di uno dei rari esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro Paese.
Uno dei centri propulsori di questa iniziativa fu l’Unione Donne Italiane che insieme ai comitati che si andarono organizzando in ogni città, riuscirono tra mille difficoltà a riportare quei bambini, partiti laceri e denutriti, nelle proprie case con nuove prospettive.
Qualcuno però decise di rimanere.