Sinossi *: Picciridda narra la storia di Lucia, una bambina di undici anni affidata dai genitori - costretti ad emigrare in Francia in cerca di lavoro, a nonna Maria, una donna severa e apparentemente incapace di manifestare i propri sentimenti. Maria non parla con la sorella da anni e impedisce alla piccola Lucia di frequentare la famiglia di quest’ultima senza però svelare mai il motivo di tanta ostilità.
Un monito che Lucia, per ingenua curiosità e apertura verso il prossimo, finisce invece per disattendere, arrivando in prima persona, e a caro prezzo, a confrontarsi con il terribile segreto da cui la nonna aveva tentato invano di proteggerla.
Ma sarà proprio grazie a quella nonna dai modi bruschi e sbrigativi, tanto amata ma a volte anche odiata e temuta, che Lucia riuscirà infine a risollevarsi, imparando a crescere con dignità e forza lasciandosi alle spalle i fantasmi del passato.
Note:
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Ambientato nell’Isola di Favignana degli anni ’60, Picciridda è “Una storia di donne incastonate in una natura impervia, raccontata tra i silenzi dei non detti”, dove sentimenti veri e forti non hanno bisogno di parole ma traspaiono nei volti di figure femminili che nascondono emozioni e sofferenze dietro a una scorza ruvida e apparentemente impenetrabile.
Donne che si piegano ma non si spezzano, come nonna Maria che, a dispetto del doloroso passato che le ha sottratto ogni tipo di tenerezza, riesce a educare la nipote con valori veri e solidi, e come la piccola Lucia, a Picciridda, che, pur con il cuore straziato dalla lontananza dei genitori, guarda fiduciosa quel mondo che le si sta aprendo davanti poco a poco con la curiosa semplicità della sua giovane età.
Anche se ispirata a fatti ormai lontani negli anni e saldamente radicata in quei luoghi, la storia di Picciridda richiama con forza la realtà attuale. Persiste, per i migranti di ieri e di oggi, il dramma della separazione dalla propria terra e dai propri cari quando si è costretti a partire in cerca di lavoro e di dignità. Allo stesso tempo, fortemente contemporaneo è il ritratto dell’infanzia, come età della vulnerabilità e dell’impossibilità di proteggersi dalla prevaricazione degli adulti.