Regia:
Luca Barbareschi
Anno di produzione: 2023
Durata: 120'
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico
Paese: Italia/USA
Produzione:
Eliseo Multimedia,
Emotions Production,
Rai Cinema
Distributore:
01 Distribution
Data di uscita: 30/05/2024
Ufficio Stampa:
01 Ufficio Stampa /
Paola PapiTitolo originale: The Penitent - A Rational Man
Recensioni di :
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THE PENITENT - Sbatti il mostro in prima paginaSinossi: New York. Uno psichiatra vede deragliare la sua carriera e la sua vita privata dopo essersi rifiutato di testimoniare a favore di un ex paziente violento ed instabile che ha causato la morte di diverse persone. L’appartenenza alla comunità LGBT del giovane paziente, il credo ebreo del dottore, la fame di notizie della stampa e il giudizio severo della legge, aggravati da un errore di stampa dell’editor di un giornale, sembrano essere gli elementi che fanno scatenare una reazione a catena esplosiva.
La gogna mediatica e l’accanimento del sistema giudiziario si sommano al dilemma morale nel professionista che si trincera dietro al giuramento di Ippocrate per difendersi dalle interrogazioni, dalle pressioni e dai tradimenti di tutti alla ricerca della verità.
Chi è dunque il mostro?
Il ragazzo?
Il medico?
La Stampa?
La Giustizia?
Chi può dirsi innocente?
Sito Web:
http://Ambientazione:
New York (USA)
Periodo delle riprese:
DCP, coloreNote:
THE PENITENT è il primo film americano di Luca Barbareschi che torna alla regia con una drammaturgia potente, moderna, incandescente. Scritto dal drammaturgo David Mamet - Premio Pulitzer per Glengarry Glen Ross – il film è ispirato ad un caso di cronaca, il caso Tarasoff, nel quale uno psicanalista rimane vittima di accanimento giudiziario e della macchina del fango causata da una comunicazione pilotata.
IL DILEMMA TARASOFF - UN CASO DI CRONACA
Università di Berkeley in California, anno 1969.
Un giovane studente in cura presso uno psichiatra per una sofferenza psichica provocata da ossessioni e gelosia nei confronti di una giovane studentessa, Tatiana Tarasoff, diventa socialmente pericoloso e la uccide. I genitori di quest'ultima citano in giudizio lo psicoterapeuta per non aver avvisato del pericolo la figlia o la famiglia di lei.
Più che un caso giudiziario, fu un caso etico perché il paziente aveva ammesso la sua intenzione di acquistare un fucile per commettere l’omicidio, ma lo psichiatra - tormentato dal dubbio - aveva ritenuto sostanziale non violare il rapporto di riservatezza e fiducia con il paziente, piuttosto che avvertire la terza parte della minaccia incombente.
Il caso divenne celebre perché evidenziò la necessità di disciplinare una scelta difficilmente regolamentabile: se la relazione tra medico e paziente deve essere fondata su un rapporto di totale fiducia e segretezza, un’eventuale violazione del vincolo di riservatezza vanificherebbe tale rapporto e quindi la terapia. Inoltre la previsione di un comportamento aggressivo è difficilmente realistica e può dare adito a diversi falsi casi positivi. D’altro canto è evidente la necessità di tutelare la vita e l’incolumità di potenziali vittime.
Nel 1985, il legislatore californiano ha codificato la regola Tarasoff: la legge californiana stabilisce ora che uno psicoterapeuta ha il dovere di proteggere o avvertire una terza parte solo se il terapeuta ha effettivamente creduto o previsto che il paziente rappresentasse un serio rischio di infliggere gravi lesioni fisiche a una persona ragionevolmente identificabile. Insomma resta ancora aperto il dilemma.
Non è facile trovare una soluzione.
E la domanda resta: quando è lecito o necessario rompere il silenzio e scegliere di proteggere piuttosto che rispettare il segreto professionale?