Sinossi *: In un angolo nascosto di Cinecittà c’è un posto magico che nessuno conosce e che stava per scomparire. È lo STUDIO EL fondato nel 1983 da Ettore Scola e Luciano Ricceri. Uno spazio creativo, una sorta di bottega rinascimentale, una factory. Un luogo nel quale i due grandi amici hanno preparato i loro grandi film a Cinecittà, ma dove hanno dato modo a tanti giovani di crescere e migliorare le loro professionalità. Dopo la scomparsa di Ettore Scola e Luciano Ricceri il tempo a Studio E.L si è fermato insieme a tanti oggetti che sono la memoria di quasi 40 anni di storia del nostro cinema.
Prima che lo studio EL chiuda per sempre, diventando però uno spazio museale all’ interno di Cinecittà, vorremmo dare agli oggetti che contiene il valore che meritano e raccontare le loro storie.
Saranno proprio gli oggetti il filo conduttore del racconto, ci serviranno a suscitare i ricordi dei tanti che hanno frequentato lo studio EL. Gli oggetti ci faranno scoprire di nuovo la cinematografia di Ettore Scola raccontata insieme ai loro artigiani.
12 oggetti significativi, 12 ricostruzioni di pezzi della nostra storia attraverso le interviste e attraverso le immagini dei film girati a Cinecittà.
Note:
La E. bel titolo del documentario sta per Ettore Scola e L. per il suo storico scenografo Luciano Ricceri.
STUDIO EL
Il nome dello studio EL indica le iniziali dei nomi dei suoi fondatori: la E di Ettore (Scola) e la L per Luciano (Ricceri). Uno studio nato negli anni Ottanta a Cinecittà dalla collaborazione di due cineasti, il grande regista Ettore Scola, che per oltre 50 anni (esordio alla regia nel 1964 con il film ad episodi Se permette parliamo di donne, scritto con Maccari), ha ritratto gli italiani e la storia sociale del paese, e Luciano Ricceri, scenografo tra i più grandi, che ha lavorato nella sua lunga carriera per il cinema, la televisione e il teatro.
Uno studio che testimonia il loro lungo sodalizio che ha inizio fin dal 1966 con L’arcidiavolo e che li a portati a lavorare insieme in film indimenticabili tra cui, C’eravamo tanto amati (1974), Brutti, sporchi e cattivi (1976), Una giornata particolare (1977), La terrazza (1980), La famiglia (1987), Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), La cena (1998), Concorrenza sleale (2001), fino a Che strano chiamarsi Federico (2013), che Scola dedica al suo grande amico Federico Fellini, girato nel Teatro 5 di Cinecittà, proprio per il legame particolare tra questo teatro e il grande riminese.
Nello Studio EL sono nati alcuni memorabili capolavori di Scola e Ricceri, ma è stato anche un’officina di talenti, un luogo in cui hanno gravitato molte figure professionali della storia del nostro cinema di ieri e di oggi. Come ricorda Ezio Di Monte, scenografo e arredatore e storico collaboratore di Scola, lo studio era una sorta di bottega rinascimentale, dove si lavoravano le scenografie, si disegnava a mano, si scambiavano idee e si viveva in simbiosi.
Lo spazio che oggi vediamo rappresenta soltanto una parte dello studio, che nasce nei locali in cui in tempo si trovava la mensa aziendale di Cinecittà. Attiguo a questo spazio c’era infatti una falegnameria e persino una cucina, in cui spesso Scola, che amava cucinare, preparava il pranzo per i suoi collaboratori. Come ricorda Di Monte era come una seconda casa, dove ha preso corpo una fetta dell’immaginario cinematografico italiano.
‘’Studio EL – nelle parole di Scola – era un ATELIER – STUDIO, una BOTTEGA, un LABORATORIO di creazione cinematografica”.
Alcuni di questi progetti hanno trovato anche una loro realizzazione, grazie soprattutto a Scola che faceva da intermediario tra i giovani cineasti e i produttori.
I giovani frequentatori dello studio oltre alle figlie Paola e Silvia, si chiamavano Roberto Giannarelli, Fabrizio Giordani, Francesco Lazotti, Ricky Tognazzi, Daniele Costantini, Roger Guillot.
Dopo la morte di Ettore Scola nel 2016, lo studio è stato portato avanti da Ricceri ancora per qualche anno, con l’aiuto di Cinzia Lo Fazio, anch’essa scenografa e assistente di Ricceri per oltre 20 anni, e che oggi rappresenta la memoria storica di tutto il lavoro che è nato tra queste mura. Con Cinzia Lo Fazio e Ezio Di Monte, e con Pino D’Arino di Cinecittà, lo Studio conosce oggi una nuova vita.
Proprio per la sua importanza storica e immaginifica infatti Cinecittà, ha deciso di acquisire lo studio, come testimonianza del cinema italiano e di Cinecittà stessa, prendendosi cura dei materiali che sono qui conservati e aprendo le sue porte al pubblico.
Ogni oggetto, infatti, ci racconta un aneddoto, un dettaglio utile a ricostruire il grande lavoro di Scola e di Ricceri, delle loro produzioni assieme e del lavoro che si nasconde dietro la lavorazione di un film.
L’ambiente Studio EL è stato lasciato molto simile all’originale, uno studio, un laboratorio di artista, dove tra tecnigrafi, librerie stipate di riviste e importanti volumi, sono esposti elementi, oggetti e bozzetti da film, opere teatrali e film per la tv .
Studio EL raccoglie e presenta infatti bozzetti, oggetti di scena maquette e documenti tratti da film come Il viaggio di Capitan Fracassa, Concorrenza sleale, Splendor, La Famiglia, Atlantide, Quo Vadis, Marco Polo e altri lavori di entrambi i protagonisti.