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UN MILIONE DI GRANELLI DI SABBIA - Psicoterapia e memoria storicaSinossi *: Sul tavolo dello studio della psicoterapeuta Eva Pattis c’è un contenitore di sabbia. Le sue dita scorrono su uno scaffale pieno di oggetti in miniatura: cibo, case, alberi, animali, esseri umani. Uomini armati vestiti di nero, grossi ragni e un piccolo principe: Eva mette le miniature in valigia prima di partire per un viaggio.
“Dove viviamo noi non c’è più niente. Sparano di notte, ma io non li sento, perché dormo.”
“I terroristi hanno chiuso le nostre figlie e le nostre spose in macchina e hanno ucciso tutti gli uomini”.
Sono queste alcune delle storie dei pazienti di Eva Pattis. Vittime di guerra, violenza e disastri naturali. Nel metodo che Eva ha sviluppato, l’Expressive Sandwork, non c’è però spazio per le parole. Il trauma psichico è una frattura che impedisce ai sentimenti di emergere e al racconto di fluire.
Una Barbie circondata da serpenti, una conchiglia abitata dai ragni. Una barca, il mare di tessuto e persone che galleggiano tutto intorno. Un unicorno e una fata su un sentiero fatto di biglie. Le immagini che nascono dalle miniature posizionate nella sabbia curano il trauma.
Eva soffre di incubi ed emicranie. Le immagini delle sabbie dei pazienti si mescolano a quelle della Storia e a quelle della sua vita personale. Anche lei è alla ricerca di un’ immagine: quella che, all’interno di una scatola, tra vecchie lettere e fotografie, nasconde e rivela le scelte della sua vita. Perché i veri traumi non sono mai solo una questione individuale, si trasmettono fra le generazioni e si riflettono nella Storia.