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Mostra di Venezia 2008: report 31 agosto / Il Papà di Giovanna di Pupi AvatiSinossi *: Bologna 1938
Michele Casali si trova a vivere una situazione disperata:
Giovanna, sua figlia unica ancora adolescente, ha ucciso per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica. Nell'ambiente borghese in cui il delitto è avvenuto la vicenda provoca forte emozione ed incredulità.
Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e perciò rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all’età di 24 anni (1945).
Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l’unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio da Bologna, dove insegnava arte al liceo Galvani.
Giovanna, una ragazza con seri problemi mentali, ricorda fisicamente molto il padre. Sin da quando era piccola, Michele per rassicurarla dalle sue fragilità e pensando di trasmetterle le energie sufficienti per fronteggiare il mondo, l’ha convinta che avrebbe dovuto e potuto pretendere sempre tutto da tutti.
Padre e figlia avevano così instaurato da sempre un legame particolare, forse patetico, dal quale avevano completamente esclusa la mamma: Delia, una donna molto bella e molto concreta. Una donna che dopo la tragedia decide di rimanere a vivere a Bologna rinnegando, con una disperazione solo interiore, la propria famiglia e non volendo più rivedere Giovanna.
Testimone sempre presente di questi terribili eventi che hanno sconvolto il piccolo nucleo familiare, in anni certamente non facili, un ispettore di polizia, aitante, simpatico e amico intimo di Michele: Sergio Ghia...