Sinossi *: La foto di un bambino che sorride, con una maglietta a righe. All’inizio è solo una istantanea di famiglia conservata su di un mobile nel soggiorno di una casa di Roma. Quella stessa foto finisce sulla prima pagina di un giornale, poi di tutti i giornali. Riempie lo schermo alle spalle dei conduttori dei Tg nazionali. Quarant’anni dopo la ritroviamo su una lapide, imbrattata da una svastica. Oggi lo stesso bambino della foto, con la maglietta a righe sorride ai passanti dalla facciata di un palazzo alto venti metri. È un murales realizzato nel quartiere romano della Garbatella.
Il bambino nella foto è Alfredo Rampi ma questo documentario non vuole raccontare la cronaca della sua storia, ma piuttosto chi l'ha raccontata.
Vuole raccontare i media, che hanno fatto loro la storia di Alfredo Rampi e che l'hanno elaborato, e ne sono stati elaborati, distaccandola dal fatto e dalle persone reali, trasformandola in un punto cardine della coscienza collettiva.
Lo farà attraverso il materiale di repertorio della più lunga diretta della storia della tv italiana e attraverso il ricordo di chi all’epoca ne è stato spettatore, o protagonista: giornalisti, ex soccorritori, psicologi, semplici testimoni, tutti coinvolti dal trauma collettivo che ha scosso la coscienza del paese e di chi anche a distanza di anni ha elaborato lo choc di quei tre giorni di giugno scrivendo libri, canzoni, graphic novel o realizzando quel murale: dal cantautore Francesco Bianconi dei Baustelle al romanziere Giuseppe Genna, al regista Marco Pontecorvo, allo scrittore e autore tv Massimo Gamba, ai giornalisti RAI che parteciparono alla diretta Rai, Piero Badaloni, Pierluigi Camilli, Andrea Melodia, come a quelli della carta stampata, Fabrizio Paladini e Massimo Lugli.
E con la voce narrante di Fabrizio Gifuni.