LORO 2 - Silvio e Veronica. Silvio e le ragazze. Silvio e l'Italia
Perché non fare un film solo? Un unico "
Loro", più corto di una quindicina di minuti nella prima parte, alleggerendo le scene in cui
Riccardo Scamarcio (comunque bravo) mette in piedi il suo piano per arrivare a Berlusconi. E qualcosa anche nella seconda, tipo i balletti o le fasi della cena elegante con le ragazze in villa.
Ma questa è solo una delle domande che sorgono alla vista di "
Loro 2", il film di
Paolo Sorrentino che racconta un Berlusconi intimo, casalingo, chiuso nella sua villa in Sardegna, alle prese con i problemi coniugali e, a distanza, con le vicende politiche personali.
Ce ne sono parecchie di questioni che vanno oltre l’interpretazione del classico cinema di Sorrentino, da decodificare ogni volta tra allusioni e metafore, personaggi veri o di fantasia. Ma il cinema di Sorrentino in "
Loro" c’è tutto, e forse questo è il fattore che non ci fa essere soddisfatti appieno del film, nella sua interezza, fermo a canzoni commerciali, chiappe al vento, banalità da assicuratore della bassa.
Motivo di dubbio ma, forse, anche parte della sua bellezza. Un ritratto della mediocrità al potere fatto da un pittore che diventa mediocre per dipingere al meglio il soggetto. Poche idee memorabili come ne "
Il Divo", poca grandiosità di spazi e temi come ne "
La Grande bellezza", poca profondità come in "
Youth". "
Loro" è poco, Berlusconi è poco. La sua storia con
Veronica Lario è comunissima, la sua fame di femmine giovani è scontata, i suoi amici sono poveri servi. La sua politica è mediocre e questo è l’unico aspetto che ci ha direttamente coinvolto, buttandoci per un ventennio lontano da qualsiasi forma di crescita economica, sociale, umana.
Forse
Silvio Berlusconi è soltanto molto ricco.
Guardando "
Loro" bisogna riuscire a seguire il film con un solo occhio e un solo orecchio, lasciando metà dell’attenzione a riflettere, in diretta, sulla bassezza dell’italiano medio e dell’uomo medio, visto che il modello Berlusconi è stato felicemente esportato in diversi paesi che per anni ci hanno additati come degli imbecilli.
Anche il discorso conclusivo di Veronica sembra mediocre, poco spontaneo, preso da un editoriale di Eugenio Scalfari invece che dal cuore e dalla pancia di una moglie che lascia il marito (e che marito).
Toni Servillo spende molta energia per assomigliare a Berlusconi, lasciandone poca per arrivare a toccare le corde più profonde.
Elena Sofia Ricci offre una grande interpretazione riuscendo a coniugare somiglianza fisica con le intenzioni di una moglie in quella situazione.
Tutto il cast funziona come sempre nelle mani di
Paolo Sorrentino che gestisce gli attori e le attrici sempre in maniera originale ed esemplare.
02/05/2018, 15:25
Stefano Amadio