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LACCI - Un'analisi del film


LACCI - Un'analisi del film
Lacci è stato il film di apertura della 77esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Domenico Starnone, che si è occupato insieme al regista Daniele Luchetti di scriverne anche la sceneggiatura.
Il lungometraggio racconta la storia di una coppia che negli anni Ottanta affronta una crisi matrimoniale, a causa di un tradimento, e di come negli anni dopo essere tornata insieme riscopra e riviva quel passato doloroso.

La prima sequenza riprende l’interno di un’assordante festa di carnevale della quale vengono inquadrate soltanto le scarpe dei partecipanti e il suolo da esse calpestato: coriandoli e stelle filanti sono la cornice che vede i lacci delle scarpe come i veri protagonisti della scena. La musica che accompagna le urla e le risate della festa è Lasciati baciare col Letkiss del 1965 interpretata dalle Sorelle Kessler: questa canzone sarà il fil rouge di tutto il film perché tornerà a riecheggiare all’interno della narrazione come simbolo di quella felicità perduta e innocente, dimenticata ormai dal matrimonio annoiato dei due protagonisti.

Moglie e marito sono Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio: la loro interpretazione è diversa rispetto ai ruoli che incarnano solitamente. Alba non è sommessa nè delicata, ma mostra una forza e un desiderio di vendetta insolito: quando scopre il tradimento non lo accetta e caccia il marito dalla loro casa. Vanda, intepretata dall’attrice fiorentina, non nasconde il suo odio verso la donna che le ha rubato il marito, rendendosi protagonista di aggressioni alla coppia per strada ma anche di gesti violenti verso se stessa, come quando tenta il suicidio lanciandosi dalla finestra di casa.

Lo Cascio, che solitamente interpreta uomini molto decisi, come nel primo film che lo ha reso celebre, I cento Passi (2000), non lo è in questo caso: è un uomo flebile, taciturno e molto paziente. Lo sguardo indeciso dell’attore si fonde con la mimica facciale di un uomo che si sente quasi costretto a lasciare la moglie per l’amante. Sarà quest’ultima, nel tempo, a fargli capire che la loro relazione e la loro convivenza è per lui soltanto un ripiego, gli dirà infatti «non abbiamo costruito nessun legame, forse non lo abbiamo piantato qui perchè è sempre rimasto là», intendendo la casa della sua famiglia.

Nello scorrere della narrazione ci viene presentata la coppia qualche anno dopo: è cambiata la casa, sono cambiati loro e anche gli attori che li intepretano. Il passaggio di ruolo viene affidato a Laura Morante e Silvio Orlando, che si ritrovano a vivere da soli in una grande casa con la sola compagnia di un gatto.
E’ soltanto quando i due si recano al mare per il weekend che ci vengono presentati i figli oramai anch’essi adulti: Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini. Il glorioso cast è al completo.

Quando i due fratelli si vedono in un bar, quello che un tempo fu luogo di incontro con il padre, ci viene palesata la scelta del titolo del film e soprattutto la sequenza iniziale. Quel bar soprannominato “il bar dei lacci” è centrale all’interno della narrazione, non solo perchè è stato il luogo designato per l’insegnamento dell’allacciarsi le scarpe -momento fondamentale nella formazione di un bambino- ma perchè sarà quell’avvenimento a scatenare la narrazione successiva e le sue conseguenze.

La struttura del film è molto particolare: giunti agli anni 2000 vi è un continuo susseguirsi di brevi flashback che riprendono dettagli o particolari conversazioni del passato, utilizzando anche sequenze già mostrate ma utili a mostrare il punto di vista prima di uno e poi di un altro protagonista. Questi momenti del passato sono utili allo spettatore per capire come realmente si sono svolti i fatti, e che sentimenti hanno provato moglie e marito.

Soltanto il finale, che si presenta come un grande stravolgimento della narrazione fino ad ora raccontata, svelerà i sentimenti dei figli sbrogliando come una matassa le loro reali emozioni e i risentimenti che hanno provato per quei genitori dal rapporto incerto.

Giorgia Lodato

16/11/2020, 09:22