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LEI MI PARLA ANCORA - Il grande Amore secondo Pupi Avati


Il regista bolognese racconta una storia d'amore lunga tutta la vita. E oltre. Dall'altare fino alla morte una coppia è il centro della storia dove gli altri personaggi sembrano soltanto una cornice in grado di esaltare il dipinto. Con Renato Pozzetto, Lino Musella, Isabella Ragonese, Stefania Sandrelli, Fabrizio Gifuni e Chiara Caselli. Dall'8 febbraio su Sky Cinema


LEI MI PARLA ANCORA - Il grande Amore secondo Pupi Avati
"Le mi parla ancora" di Pupi Avati su Sky Cinema
L’amore di tutta la vita. Il racconto dell’amore di una vita. Il nuovo film di Pupi Avati si muove nelle atmosfere congeniali all’autore: gli anni 50, l’Emilia Romagna, le belle ville, vissute e ricche di quella zona e una serie di racconti di vita dipinti con leggerezza da una mano abile e allenata.
I colpi di scena si contano sulla punta delle dita e il flusso della storia scorre lento e costante, prevedibile ma avvolgente come un plaid sul divano di casa.

I bei ricordi dei tempi che furono, quell’amore messo sempre al primo posto tra i valori della chiesa e i peccaminosi pensieri, le spinte verso una vita nuova e diversa e la ricerca della più classica tranquillità borghese. In questo lento vortice di sentimenti e ricordi i personaggi di Avati sembrano le stesse pedine di sempre, solo utilizzate per mettere in scena, questa volta, una storia un po’ diversa, il capitolo nuovo di un romanzo lungo tutta la carriera.

Non è facile mettere in scena personaggi così tranquilli e scevri da contraddizioni. Ci riescono bene Lino Musella e Isabella Ragonese, personaggi principali da giovani che sembrano galleggiare convinti nella loro storia sentimentale vissuta felice ma sottovoce.

Forse inutili le voci narranti che raccontano alcune parti della storia e suggeriscono gli stati d’animo e il senso di qualche situazione andando a sovrapporsi alla semplicità della storia ricamata intorno alla storia di una grande amore.

Anche Avati sembra scivolare in un vizio tutto italiano ma che pensavamo fosse circoscritto ai giovani autori, quello di raccontare qualcosa che sembra visto al cinema più che vissuto o frutto originale della fantasia. E allora, ad esempio, il rapporto/scontro tra il personaggio di Fabrizio Gifuni, l’ex moglie e la figlia sembra proprio arrivare da decine di film già visti più che un’esperienza personale vissuta, vista direttamente o partorita dalla fantasia. Ma questo, forse, proprio per l'ampiezza delle età coinvolte, potrebbe scaturire dall’esigenza di accontentare produttori e finanziatori che preferiscono dormire sonni tranquilli invece che provare a sperimentare argomenti, personaggi e situazioni affidandosi alla creatività dei loro autori.

06/02/2021, 09:00

Stefano Amadio