Sinossi *: Una data d’inizio: l’approvazione della legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie che prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti – Associazioni, Cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.Un film documentario che vuole raccontare vent’anni dalla legge e che vuole dare carne, con volti, storie, immagini alla storia della gestione dei beni confiscati a fini di utilità sociale che diventa, così, una sorta di moderno “contrappasso”, per contrastare le attività della criminalità organizzata e tradurre in gesti concreti quella cultura della legalità che si pone come il principale anticorpo alle mafie. Una narrazione che alterna le storie del capitale sociale sottratto alle mafie, oggi sono quasi cinquecento associazioni e cooperative che gestiscono beni confiscati alla criminalità organizzata, dal Trentino fino alla Sicilia, con la storia della nascita della legge ed i protagonisti di quella battaglia.
Una battaglia che coincide con la nascita di Libera e con la raccolta di un milione di firme per l’ approvazione della legge. Un racconto anche delle criticità ma senza perdere la bussola, quel filo conduttore per evidenziare con un po’ di orgoglio che la legge 109/96 rappresenta per il nostro paese, il fiore all’ occhiello nella lotta alle mafie.
Una narrazione di immagini e parole, che a distanza di venti anni dalla petizione popolare vuole affermare e far emergere che la convinzione che “la legalità conviene”, e che “si può fare”. La legge 109 è stata una svolta non solo nella lotta alle mafie ma nella coscienza che abbiamo delle mafie: dopo vent’anni, quei beni confiscati rappresentano il segno del riscatto di un’Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero di tutti, ” sono cosa nostra”
Note:
"Sono Cosa Nostra" è un film documentario che racconta un’Italia che combatte le mafie. Quotidianamente e in silenzio. Una marea di giovani, riuniti in associazioni e cooperative sociali, che gestiscono i beni confiscati alle mafie. Attraverso il loro lavoro quotidiano distruggono “il capitale sociale” della mafia e sottraggono ai boss lo strumento del consenso.