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Speciale BIF&ST 2011 - "Via Appia", un viaggio interiore tra la natura del sud Italia-
"Via Appia": il viaggio come metafora di libertà e di ricerca interioreSinossi *: Antonio Pascale, Giacomo De Stefano e Bruno Ostuni ovvero un noto scrittore-intellettuale che ha una formazione scientifica e che riflette ossessivamente sul paese e su se stesso, un navigatore solitario, definito l’uomo dei fiumi, in preda ad una crisi religiosa, un ferroviere che guida i treni ed è amante dei cavalli e dei paesaggi.
Tre personaggi reali che viaggiano nel sud seguendo più o meno precisamente e volontariamente la vecchia via Appia, mentre i loro percorsi si incrociano fisicamente e idealmente e vivono uno stesso progressivo abbandono alla natura più incontaminata.
L’Appia dunque, questa mitica strada che congiunge Roma con Brindisi, diventa uno scenario ancora possibile di un viaggio in Italia, un viaggio nel sud, un percorso “inconscio” che risucchia le inquietudini e la voglia di vivere dei tre personaggi offrendo loro scoperte e sensazioni profonde.
Viaggeranno in modi diversi e con mezzi diversi: il primo comincia con la macchina per poi affidarsi ai treni delle Appulo lucane e finire a piedi, sperduto nella campagna insieme ad una giovane archeologa; il secondo arriva in treno in un piccolo convento dell’Irpinia orientale dove trova nel bosco sottostante il fiume Calore, iniziando così un viaggio meraviglioso e durissimo lungo i fiumi del sud, in compagnia di una barca trascinata testardamente fino al mare attraverso una lotta sfibrante con la scarsità d’acqua. Il terzo guida i treni ed è padre di quattro figli maschi. Con loro condivide l’amore per i cavalli e per questo insieme a loro si perde nei paesaggi più remoti e selvaggi del sud come un indiano d’altri tempi.
In mezzo Cairano, un piccolo paese dell’Irpinia orientale, che si sta progressivamente spopolando e che ospita una manifestazione organizzata da intellettuali del sud tra cui Franco Arminio un altro scrittore-paesologo, come lui stesso ama definirsi, che n’è in un certo senso la guida.
Una sorta di raduno poetico e programmatico per costruire una comunità (denominata provvisoria) capace di abitare creativamente il sud e che sceglie proprio Cairano, un paese sospeso nel tempo come nello spazio, data la sua posizione in cima ad una montagna, per “portare” lassù parole teoriche forse vane e azioni concrete rivoluzionarie.
Un film, dunque, che, su una base documentaristica, crea un percorso narrativo intenso e metaforico, in un’atmosfera che immagini e suoni concorrono in eguale misura a rendere onirica. E che restituisce durante il viaggio anche dei sogni forse emblematici, il cui potere viene affidato ad un lavoro profondo dello spettatore.