Sinossi *: Le vicende di "RAIOT", l'ultimo spettacolo di Sabina Guzzanti sospeso dalla Rai dopo una sola puntata, sono lo spunto per parlare di satira con alcuni dei principali esponenti europei fra cui il premio Nobel Dario Fo e in generale fare il punto sulla libertà di informazione in Italia.
Note:
Le immagini che appaiono nel documentario sono prese da Rai Teche, Canal Plus, Channel 4, Stefilm, Wide Angle Thirteen/WNET New York e Vara TV.
La regista, Sabina Guzzanti, ha così descritto il suo documentario:
"Ho deciso di realizzare questo documentario quando il giudice ha stabilito che la querela contro Raiot era priva di fondamento. L'ho girato nelle pause della tournée e le idee si sono chiarite mano mano che procedevo con le interviste, grazie anche all'intelligenza e alla grande capacità di comunicare degli intervistati.
Quello che più mi affascinava nella realizza-zione di questo progetto, era testimoniare in diretta la trasformazione di una democrazia in qualcos'altro. Al di là delle ragioni storiche e politiche, raccontare in che modo la percezione degli avvenimenti cambi gradualmente agli occhi delle persone comuni. Quali sono i meccanismi che rendono possibile questa alterazione.
L'idea di intervistare altri colleghi che fanno satira in televisione all'estero è arrivata dopo qualche tempo e direi che è stata una svolta decisiva nella realizzazione del film.
E' stato importante verificare che queste restrizioni della libertà d'espressione riguardano solo l'Italia; che certo c'è una tendenza generale in questo senso negli ultimi anni, ma non ha niente a che fare con quello che succede qui da noi. È stato importante anche sperimentare l'Europa, scoprire che qualcosa significa. Che c'è un'appartenenza concreta, che abbiamo principi comuni e che oltre all'unione monetaria è possibile anche un'unione umoristica.
Soprattutto direi che grazie al contributo dei colleghi "satiristi", è diventato un film sulla censura ma anche e contemporaneamente sulla libertà: come parla la libertà, qual è il suo sguardo, che sensazione dà. Per quanto si finisca per abituarsi a tutto, quando la incontri la libertà è un attimo rinnamorarsene, ricordarsi della propria origine. Immagino che oltre ai diretti interessati molti altri si sentiranno attaccati da "Viva Zapatero!". Tutti quelli che pur occupando posti di potere importanti in questa Italia, pretendono di convincerci d'essere persone libere.
Sono sicura che il disagio provocato dal film verrà espresso in modi variopinti che in parte prevedo, in parte ancora una volta mi sorprenderanno. Spero vivamente che "Viva Zapatero!" possa contribuire alle battaglie per la libertà d'espressione e che faccia crescere la consapevolezza di quanto sia importante l'indipendenza dell'informazione dalla politica, nella vita di ciascuno di noi. "Lasciateci dire che 2+2 fa 4 il resto verrà da sé", scriveva Orwell in 1984. È l'autoritarismo la causa dei disastri economici, della corruzione e della depressione di una nazione. La libertà è al contrario la soluzione, l'unica soluzione a questi mali. Quindi riprendiamoci quella che c'era e già che ci siamo prendiamone molta di più, che quella che c'era era comunque poca."