Sinossi *: Una serie di cinegiornali del ventennio, miracolosamente sottratti alla censura dall’imperante storiografia marxista, riportano in luce una vicenda straordinaria che rende onore e lustro all’era mussoliniana e all’Italia tutta. La conquista e la successiva colonizzazione del pianeta marte per mano di un’indomita squadra fascista nell’anno 1939.
Privi di scafandri, respiratori ed altri inutili orpelli moderni, i fascisti, armati solo di volontà littoria e di imperativi categorici, proseguono tenacemente nell’impresa di dare a Roma e al suo duce un nuovo e più prestigioso "posto al sole".
Note:
Nato in televisione all’interno del programma satirico ‘il caso Scafroglia’ (RAI TRE – 2002 – per la regìa di Igor Skofiç e la produzione di Valerio Terenzio per StudioUno) Fascisti Su Marte, è una satira retrofuturista sul revisionismo storico, e sul linguaggio della propaganda di ieri e di oggi, che da semplice sketch si sviluppa presto in una specie di minifiction a puntate, pur mantenendo sempre la forma e il linguaggio stentoreo dei cinegiornale di regime.
Terminato il breve programma che la ospitava, e stimolati a tamburo battente da un esercito di appassionati rimasti orfani di una storia lasciata a metà, si dà inizio a nuove riprese, sempre supportati moralmente e tecnicamente dal produttore Valerio Terenzio, pensando ad un lungometraggio destinato alla televisione o all’home video.
Al progetto si unisce successivamente Domenico Procacci per la Fandango e con audacia e sprezzo del pericolo si decide di trasformare Fascisti su marte in un film per il grande schermo.
Nel settembre 2003 una versione di 43 minuti ‘work-in-progress’ viene presentata al festival del cinema di Venezia, dove riscuote un notevole successo.
Seguono altri anni di alacri riprese e di pazienti lavorazioni. Il risultato è un film visionario e autarchico, ricchissimo di grafica e di effetti retrodatati a metà tra un Flash Gordon e un (falso) documentario storico, che racconta la storia di un fascismo parallelo e fantascientifico e gioca in allegoria col presente italiano e non, col linguaggio reinverdito della guerra fredda, il nazionalismo, l’intolleranza razziale e religiosa, la fragilità dello spirito democratico, che hanno dominato il dibattito politico italiano negli anni della seconda repubblica.
Può l’Italia, ancora accecata e divisa da vecchie ideologie, essere pronta ad affrontare il futuro, qui simbolizzato nella conquista di marte?
A Voi!