Sinossi *: Gloria Grandi, una delle grandi indimenticate dive del cinema italiano, è fermamente convinta che il suo talento sia sprecato per la serialità televisiva, che ormai da qualche anno padroneggia con grande eleganza. Lei vuole tornare al Cinema con la “C” maiuscola e pensa, anzi sa, che una volta abbandonata la tv, le porte di Cinecittà si apriranno per lei. Cinque anni dopo però si accorge che quelle porte si sono aperte solo per recitare in scadenti spot pubblicitari per le creme alla bava di lumaca. Gloria è una tigre inferocita. Non si capacita che il mondo dello spettacolo l’abbia dimenticata e a poco servono le rassicurazioni della sua fidata assistente Iole e del suo ex marito ancora molto innamorato di lei come di sua figlia Emma. Gloria si sente sconfitta: in effetti il suo telefono ha smesso di squillare, sembra destinata all’oblio e la concorrenza di attrici più giovani di lei si fa sentire, ma come diceva Shakespeare “Non c’è furia dell’inferno peggiore di una donna respinta” e Gloria intende riprendersi il posto che è suo di diritto. Complice un errore medico, il suo mefistofelico agente ha un’idea tanto brillante quanto meschina. E l’idea funziona.