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VENEZIA 78 - In Concorso "Qui Rido io" di Mario Martone


La vita epica di Eduardo Scarpetta, il più importante attore e autore napoletano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è messa in scena nel film diretto da Mario Martone e prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in uscita il 9 settembre


VENEZIA 78 - In Concorso
Ton Servillo in "Qui Rido Io" di Mario Martone
Solo Toni Servillo poteva interpretare il ruolo del mitico Eduardo, e lo fa in maniera eccelsa, circondato e supportato da un cast eccezionale a cominciare da Maria Nazionale, che interpreta sua moglie Rosa, Cristiana Dell'Anna, Iaia Forte, Lino Musella, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Paolo Pierobon e Gianfelice Imparato.

Mario Martone ci racconta un Eduardo Scarpetta nel pieno del suo successo che si divide tra il teatro e la gestione della sua affollatissima famiglia allargata, composta da moglie e amanti, con i rispettivi figli, legittimi e illegittimi. Tutti sanno tutto, vivono nello stesso palazzo e all'occorrenza sono scritturati nelle commedie della sua compagnia. Tra le varie amanti c'è Luisa De Filippo, una nipote di sua moglie Rosa, che sarà la madre di quelli che diventeranno i famosi Eduardo, Peppino e Titina De Filippo.

Questo regime di poligamia dichiarato e accettato da tutti loro malgrado, nonostante il dolore, le frustrazioni e gli equilibri precari che spesso comportava tra i vari membri della famiglia, ci dice molto del grande potere che aveva quest’uomo, Eduardo Scarpetta, che decideva i destini di un gran numero di persone e che non aveva nessun timore a vivere la sua vita alla luce del sole, per quanto fuori dagli schemi potesse essere. Come dice sua moglie Rosa “Non sappiamo cosa sia la vergogna in questa casa”.

In particolare il film però si concentra su un’importante vicenda giudiziaria che provò molto l'artista napoletano: Scarpetta decise di scrivere una parodia di una tragedia di Gabriele D'Annunzio, “La figlia di Iorio” e lì cominciarono i suoi guai. Quando lo spettacolo andò in scena fu accolto con fischi e insulti da alcuni ammiratori di D'Annunzio e lo stesso poeta gli fece causa per plagio e contraffazione, trascinandolo in tribunale in un processo che durò quattro anni.
Scarpetta, difeso da Benedetto Croce, riuscì a far diventare il Tribunale il suo teatro e a vincere la causa contro D'Annunzio per inesistenza del reato. Questa sentenza rimane storica nella giurisprudenza italiana, perché fu la prima a pronunciarsi in tema di diritto d’autore, di parodia e satira, e a difendere e tutelare così ancora oggi un’importante categoria del mondo dello spettacolo.

Del resto “che cosa rappresenta la parodia, onorevoli signori? Rappresenta il bisogno imprescrittibile di ridere, il bisogno di chiedere un'ora di conforto e di tregua lungi dalle miserie e dalle amarezze ond'è stata, e sarà sempre, travagliata la vita” dichiarò l'avvocato difensore nella sua arringa. E Scarpetta ne è stato senza dubbio un illustre, indimenticabile interprete.

07/09/2021, 20:00

Beatrice Tomassetti