Sinossi *: San Felice, il suo nome di battesimo era Filippo Giacomo, nacque a Nicosia del calzolaio Filippo Amoroso e da Arcangela La Nocera.
Molto devoto
Per ben sette anni chiese di essere ammesso fra i frati cappuccini di Nicosia, ma veniva sempre rifiutato perché analfabeta. Fu il padre provinciale di Messina in visita a Nicosia, a farlo entrare nel convento dei cappuccini della vicina cittadina di Mistretta, dove venne consacrato con il nome di Felice.
Dopo un anno tornò a Nicosia, dove si dedicò alla questua, visitava sia le case dei ricchi per invitarli a condividere i loro beni, sia quelle dei poveri per dare loro conforto materiale e spirituale. Era molto paziente anche quando veniva cacciato malamente. Definiva se stesso ‘u sceccareddu’, l’asino che portava sulla soma tutto quanto aveva raccolto al convento. Il superiore, Padre Macario, nonché sua guida spirituale spesso lo trattava duramente, lo scherniva dandogli nomignoli quali ‘gabbatore della gente’ e ‘santunazzu scuntentu’, fra Felice rispondeva umilmente dicendo: «Sia per l’amor di Dio». Una volta gli ordinò di esibirsi nel refettorio del convento vestito da pagliaccio e gli fece distribuire ai frati un impasto di cenere e acqua come se fosse ricotta fresca, che miracolosamente diventò ottima ricotta.
Nel 1777 il vicino paese di Cerami venne colpito da una grave pestilenza, il superiore dei cappuccini del luogo chiese a Felice di andare ad assistere i malati, cosa che egli fece con grande abnegazione, nonostante fosse già avanzato in età. Morì il 31 maggio 1787.
San Felice da Nicosia beatificato il 12 febbraio 1888 da Papa Leone XIII e canonizzato il 23 ottobre 2005 da Benedetto XVI