Sinossi *: Kalif è un ragazzo africano appartenente ad una famiglia guerriera di sangue reale di etnia mossì. I suoi genitori naturali si sono spostati dal Burkina Faso in Costa d’Avorio per lavoro e qui, in un villaggio di nome Ayamè, hanno affidato Kalif e la sua sorellina Assetou ad una pouponierre gestita da suore italiane. A sei anni Kalif arriva a Bari da Ayamè insieme a sua sorella ed entrambi sono adottati da Franco, pugliese, e Susan australiana. Kalif è africano, residente a Bari, ha cittadinanza italiana ed australiana, parla perfettamente italiano, inglese… e barese. D’inverno vive a Bari dove frequenta il liceo, trascorre le estati in Australia, ed è attraversato da ricordi e immagini di una terra, l’Africa, che porta nel cuore. Questa storia inizia a Bari alla vigilia del suo diciottesimo compleanno, ed il racconto della sua vita si alterna alle testimonianze dei suoi familiari, dei suoi amici, dei suoi concittadini. La sua quotidianità è simbolo di una città che cambia, in cui le differenze dialogano in una sintesi felice e creativa. Le sue corse vicino al mare, il suo continuo camminare sono il percorso che abbiamo fatto con lui, attraversando i suoi ricordi frammentari e luminosi, le sue profonde riflessioni sull’Africa. Come realizzando un antico desiderio Kalif dopo il suo diciottesimo compleanno vola in Africa; in questo suo primo ritorno, in Costa d’Avorio visita la pouponierre che lo ha accolto da bambino ed in Burkina Faso ritrova i luoghi e la gente mossì. Al suo ritorno in Italia Kalif porta con sé qualcosa di nuovo…
Nel tempo e nello spazio di tre grandi continenti, l’Italia, l’Africa e l’Australia, in tre sud molto diversi ma uniti da un filo invisibile, vive la piccola storia di Kalif un “uomo nuovo”. Kalif è simbolo di appartenenza ad una nuova umanità che nasce dall’ascolto e dal dialogo di culture molto diverse, senza confini.