Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Naviganti"

Naviganti


Regia: Daniele De Michele "Donpasta"
Anno di produzione: 2021
Durata: 61'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Audioimage, Fondazione con il Sud, Fondazione Apulia Film Commission; in collaborazione con ARCI Movie, Fermenti Lattici
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: DCP, colore
Ufficio Stampa: Studio PUNTOeVIRGOLA
Titolo originale: Naviganti

Sinossi: Artisti disperati, squattrinati, fragili e con un evidente senso di inutilità, che provavano a farcela…
Quando nell’agosto del 2020 tutto riaprì, dopo mesi di confinamento in casa, gli artisti furono gli unici a non riprendere normalmente il loro lavoro. Nel tempo di un anno e mezzo, dentro e fuori il lockdown, Donpasta racconta la sua quotidianità intrecciata a quella di una scenografa disoccupata, un musicista senza spettacoli, un contadino poeta, documentando il modo in cui sono sopravvissuti a un conflitto esterno e interno, mentre sapevano che nella tempesta le cose fragili rischiano di
scomparire…
Avevano bisogno di un’idea per uscire dalle acque torbide e fu così che divennero i Naviganti.

Sito Web: http://

Note:
I protagonisti:

- Daniele Sepe è un importante musicista napoletano messo in difficoltà dalla crisi. La sua storia inizia come tutti, con una suonata di sassofono via zoom e una riflessione amara sull’inutilità dell’arte. Modesto è un contadino e pastore del beneventano, ma anche un poeta visionario. Era il personaggio principale del documentario “I Villani”, sul mondo rurale. Osserva il mondo dalla sua campagna selvaggia e incontaminata, ponendosi la questione fondamentale: riuscirà l’uomo a imparare la lezione?

- Giulia Bonaldi è artista e illustratrice di Castiglione D’Adda, nella prima zona rossa d’Italia. Coinvolta per le illustrazioni del film, racconta, con il regista, del dolore di aver perso tutti i lavori che avrebbe dovuto fare e delle preoccupazioni sul futuro del figlio ventiquattrenne. Lei, con un passato glorioso di scenografa nei più importanti teatri italiani, si ritrova nell’urgenza di sbarcare il lunario, prendendo il primo lavoro che le capita sottomano: fare le pulizie in un bar della periferia lodigiana. Una volta uscita dal lockdown, l’unica cosa importante era tornare a fare l’artista. Per farlo, ricomincia dalla strada.

- Marco Revelli è sociologo del lavoro. Durante l’arco del film interviene per tessere una riflessione su Covid, capitalismo, arte e lavoro, intervistato da una giornalista radiofonica. Giustina Terenzi, di Controradio.


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