Sinossi *: “Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene” (Virginia Woolf, A room of his own) Qualcuno dal mare avvista un bambino ed un uomo sulla spiaggia. Un’immagine offuscata dall’acqua che batte sulla maschera subacquea. Il respiro affannato di chi prende aria da un erogatore. E’ così che comincia la nostra storia. Quell’uomo dal cui punto di vista osserviamo la scena è Davide il nostro protagonista, che subito dopo vediamo dentro una camera iperbarica. Ha avuto un embolo ed è lì, tra la vita e la morte, ed è quella l’occasione per ripercorrere alcuni momenti fondamentali della sua vita attraverso le figure femminili più importanti. La prima che, dal passato, affiora alla sua coscienza è Isabella una sofisticata gourmet da lui definita “il palato più evoluto”, che gira i ristoranti più famosi del mondo per assaggiare non solo la cucina, ma soprattutto gli chef che la creano. Scopriamo così che Davide è un raffinato cuoco nonché grande seduttore, e di fronte alla bellezza e alla sensualità di Isabella non resiste e abbandona la cucina e Barbara, proprietaria del locale e sua compagna, per seguire Isabella che lo vuole “consumare” come dessert. Barbara lo licenzierà e tutta la brigata, garzoni, sottocuochi, pasticceri delle più diverse etnie, solidale con lui, lo seguirà, tranne Rodolfo, sous-chef, che prenderà il suo posto in cucina e anche nel cuore di Barbara. La seconda donna che conosciamo attraverso i ricordi di Davide è Stefania, un’affascinante biologa che lo aiuta a riprodurre chimicamente sapori e profumi del mondo per una sofisticata mostra “olfattiva” che Davide sta inaugurando in un museo. Scoppia la passione. Stefania si innamora della creatività e dell’intelligenza di questo chef-filosofo e li ritroviamo a Stromboli, nella casa di famiglia di Davide. Sarà lì che Davide scoprirà la fragilità e l’instabilità emotiva di Stefania che alterna momenti di grande euforia a momenti di depressione. In un primo momento ne sarà spaventato, poi la consolerà, l’abbraccerà e si sentirà in qualche modo custode del suo equilibrio psichico e sentimentale. Ma ecco che il destino gli fa incontrare Monica, una splendida giornalista-cuoca che lavora per un canale tematico, perché da qualche anno la figura del cuoco è mediatica: i più fortunati vanno in televisione, hanno le copertine dei giornali, scrivono libri, e Davide è uno di questi. Monica è la donna più importante della sua vita, quella che gli darà un figlio, ma che nonostante tutto Davide non riuscirà a non tradire e a non deludere, perché lui eterno Peter Pan, è fuggito sempre dal matrimonio e dalla famiglia, e non ha voluto mai un ristorante suo per non assumersi responsabilità. Sakè, il suo fidato aiutante giapponese, gli dice un giorno “Dio non dà mai due doni, sei un grande chef, ma come uomo…”. Il suo percorso emotivo continua all’interno di questo utero simbolico che è la camera iperbarica. Dopo un pianto disperato provocato dal ricordo di Monica e dell’ultimo bacio sul pontile, Davide approda quasi all’oggi. Lo cogliamo proprio quando, grazie alla sua capacità di sperimentare, ha ottenuto la seconda stella Michelin. Purtroppo le stelle non sono dei cuochi, ma dei ristoranti, e il ristorante non è suo, ma di Vittorio che ha l’ambizione di poterlo sostituire in cucina e la speranza di riprendersi il posto nel letto della moglie Laura, che Davide occupa clandestinamente da tre anni. Vittorio licenzia in tronco Davide e tutta la brigata. Come dice un grande autore “la vita è ciò che ci succede quando ci stiamo occupando d’altro” e questo per Davide è il momento di occuparsi della sua vita. In cerca di asilo fisico e sentimentale, apre l’agenda e chiama le sue donne. Ma loro sono tutte impegnate a dimenticarlo: Monica, che ha cresciuto da sola il figlio, Tommaso, cerca una stabilità sentimentale con Rodolfo; Stefania tenta di smemorarsi con Eros, un giovane bello e muscolare che ha conosciuto chattando; Isabella sfugge ai suoi tentativi di vederla, perché scopriremo più tardi, è sposata e ha una famiglia, sua madre Diletta, cerca l’oblio accudendo i gatti e i gabbiani e ha un segreto che la tormenta e che rivelerà solo alla fine del film. Davide, dopo aver tentato di sistemare almeno la brigata senza riuscirci, lascia dei soldi a Sakè perché li dia ai ragazzi e torna a Stromboli, l’isola della sua infanzia. Ma il destino lo attende, incarnandosi in un’altra donna: Diletta, che si chiama come sua madre, una ragazzina di Stromboli di diciotto anni, figlia del barman del traghetto, che accompagnando il padre in navigazione, ha assistito, durante le incursioni sull’isola, agli abbracci e alle sfuriate con Monica, ai pianti, agli sfoghi e alla felicità di Davide. Lui non si è mai accorto di lei, ma adesso che è cresciuta, e bella come una sirena, non resiste al suo “richiamo”. Davide, sfidando il freddo e il mare, si tuffa forse per seguirla, ed è così che scopriamo quando ha avuto l’incidente che lo ha portato nella camera iperbarica. Sarà la giovane Diletta, grazie al cellulare di Davide, a convocare tutte le donne della sua vita, che si ritroveranno a Stromboli insieme anche alla madre, burbera, gelosa e conflittuale. Monica arriverà anche con Rodolfo, Isabella con il figlio Giovanni che le altre penseranno essere il figlio di Davide, Stefania con una sorpresa che non sa ancora neanche lei: dopo aver tanto desiderato un figlio è incinta del giovane Eors. Davide, rimessosi, uscirà dalla camera iperbarica per tornare a casa, dopo aver saputo che le sue donne sono tutte lì. Ma la madre lo aspetta al cimitero per rivelargli il segreto: scopriremo che quell’uomo e quel bambino visti all’inizio sulla spiaggia sono Davide e il suo vero padre, Francuzzo, con il quale non è cresciuto. E’ per lui però una figura importantissima che facendogli assaggiare un riccio dal sapore intenso e salmastro lo ha fatto appassionare all’universo del gusto e questa passione si è poi trasformata nella professione di cuoco. Questa rivelazione turba, ma allo stesso tempo matura una nuova coscienza in Davide che deciderà di rimanere sull’isola per ritrovare se stesso. Chiederà a Monica di lasciargli il figlio, per poter crescere insieme a lui, ma Monica sembra irremovibile: “Non puoi chiedermelo, io voglio vivere con mio figlio” “Non sai quanto ti capisco” le risponde Davide. Quando la barca di Isabella con la quale tutti partono è già salpata Davide arriverà al pontile portando un quadretto di Francuzzo che Tommaso aveva dimenticato. Scoprirà che Monica gli ha fatto il dono più grande, un dono d’amore: Tommaso è lì che lo chiama papà per la prima volta. Monica glielo ha lasciato, naturalmente non per sempre. Padre e figlio si abbracciano e salutano Monica che si allontana con Rodolfo, ma che ha negli occhi il desiderio di tornare.