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LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE - Su Rai1 dal 26 aprileSinossi *: Li avevamo lasciati in fuga. La testimonianza resa da Lorenzo sull’omicidio di Boris Giuliano aveva spinto Salvatore e la sua famiglia ad abbandonare di corsa la Sicilia. Un attimo prima che il traghetto salpasse diretto “in continente”, però, lontano dalla minaccia di una vendetta mafiosa, Salvatore era tornato a terra, aveva capito che scappare non sarebbe servito a niente, avrebbe solo significato darla vinta a chi voleva fare della sua città e della sua isola una distesa di morti e cemento.
La seconda stagione comincia proprio da questo momento cruciale, dalla non fuga dei Giammarresi che tornano a casa, compiendo uno di quegli atti che in Sicilia possono assumere un sapore eroico ed esemplare: vivere una vita normale.
Una scelta difficile, cui diventa ogni giorno sempre più complicato tenere fede. Perché si scontra con la paura, con il timore di una possibile ritorsione mafiosa. Lorenzo, il papa’, è angosciato, teme che la sua famiglia sia in pericolo. Devastato dai dubbi vuole rimettere tutto in discussione: è pronto a chiedere un trasferimento al Nord e lasciare questa città maledetta con tutti i suoi fantasmi.
Ma nessuno in famiglia lo segue: Angela vuole finalmente vivere la sua storia d’amore con Marco, Salvatore pensa sempre ad Alice e poi, fedele al suo rigore, non accetta di arrendersi alla mafia. E Pia?
Pia sopporta, smussa e alla fine, per il bene di tutti, si immola: si fa convincere dal fratello, l’ingegnoso Massimo, ad accettare una raccomandazione che le permette di ottenere la tanto desiderata cattedra a scuola. E il mandante di quel favore non è un uomo qualunque ma il boss Tommaso Buscetta che per Pia ha sempre avuto un debole.
Lorenzo, di fronte alla gioia della moglie per il successo ottenuto, alza bandiera bianca e accetta di rimanere. Sembra tutto sistemato ma non è così, perché da questo momento Pia inizia a essere assalita da un profondo senso di colpa. E quel segreto nascosto inizierà a divorare lei e il suo matrimonio, fino a metterlo in discussione.
Mentre Massimo, mafioso riluttante, che vorrebbe uscire da Cosa Nostra e riprendere una vita normale è costretto a rimanere. Perché i favori si ricambiano e da Cosa Nostra non si esce...
almeno da vivi. E così inizia per tutti una nuova vita. Massimo stringe i denti e resta al servizio di Don Masino diventando, inconsapevolmente, una pedina importante dentro il narcotraffico. E sulla sua strada, a complicare tutto, trova anche una donna che gli farà perdere la testa.
Il timido Lorenzo prende coraggio e decide di provare il concorso alla Regione, perché alla guida dell’isola c’è finalmente un politico onesto e determinato: Piersanti Mattarella. Il sogno di un cambiamento non sembra più uno slogan ma qualcosa di realizzabile. Anche se dentro il Palazzo del potere regionale non tutti giocano dalla parte del Presidente. Lorenzo se ne accorgerà presto e a sue spese.
Salvatore, intanto, ritrova Alice mentre Angela - rimasta incinta di Marco - si trova davanti al dilemma più grande per una ragazza non ancora diciottenne.
E mentre la situazione dei Giammarresi si complica ogni giorno di più, su Palermo inizia a soffiare un vento pericoloso, di morte. Cosa Nostra alza il tiro e condanna a morte tutti gli uomini delle istituzioni che ostacolano i suoi piani. È l’epoca dei delitti eccellenti, vengono uccisi giudici coraggiosi come Terranova e Costa.
Viene ucciso il Presidente della Regione Piersanti Mattarella, l’uomo che, accendendo la speranza di Lorenzo, voleva fare pulizia.
I corleonesi di Totò Riina assediano la città, l’aristocrazia mafiosa palermitana è in rotta, su Palermo si staglia l’ombra di una violentissima guerra di mafia.
E mentre una cappa di sangue avvolge la città, i Giammarresi devono trovare la forza per restare uniti e sopravvivere.
Questo è lo sfondo del racconto di questa seconda serie, che verrà svolto nel rispetto della verità ma con lo stesso stile e tono della prima stagione: scavando nell’umanità delle vittime, dissacrando il cliché dei mafiosi, portando alla luce episodi minori, spesso sconosciuti, ma emblematici di una guerra che non è davvero mai finita. Cercando, attraverso i nostri personaggi, di ridere dei nostri difetti e delle nostre debolezze: quelli che hanno permesso ai mali del nostro passato di sopravvivere fino a oggi.