Sinossi *: “Nella scherma esiste un paradosso: più ti copri e più sei nudo. Nonostante l’armatura e tutte le protezioni che ci mettiamo addosso, in pedana è come se fossimo completamente nudi. Se dentro di te hai paura, se sei preoccupato o insicuro, il tuo avversario se ne accorgerà immediatamente.
Se invece sei calmo, concentrato, in profondo equilibrio, il tuo avversario lo avvertirà. Quello che ho dentro di me in questo momento, sarà la mia spada a dirlo. È la risposta che aspetto da tutta la vita. Questo è il giorno della verità. Questa è la mia finale”.
Questi i pensieri di Paolo Pizzo (Alessio Vassallo) poco prima di affrontare la finalissima dei campionati mondiali di scherma il 12 ottobre 2011, nella natia Catania.
Una storia non solo di gloria e di successi, ma anche di fatica e dolore, iniziata sin da bambino, quando la scherma era già la passione del giovane Paolo (Samuele Carrino), coltivata sotto la sapiente guida di Piero (Flavio Insinna), padre e maestro, felice di portare il figlio ad allenarsi fin sulle pendici dell’Etna. Un’infanzia serena e apparentemente normale, trascorsa anche con la madre Patrizia (Egle Doria) e la sorella Marina (Chiara Cavaliere), turbata però da alcuni strani sintomi che a 14 anni iniziarono a colpirlo e che Paolo cercherà di nascondere finché possibile: svenimenti, capogiri, attacchi epilettici.
La diagnosi è terribile: tumore al cervello. Da lì l’operazione, la convalescenza, le prese in giro da parte degli altri bambini per la rasatura dei capelli e la cicatrice, la paura di non poter mai più tirare di scherma, di dover abbandonare i propri sogni ma soprattutto quella di non farcela a sconfiggere la malattia. Ma Paolo riesce a superare ogni cosa, grazie alla sua famiglia e soprattutto al padre, sempre al suo fianco e pronto a infondergli fiducia e forza d’animo anche nei momenti più disperati.
La sua carriera agonistica inizia quando decide di arruolarsi nell’Aeronautica Militare. Presto il suo spirito indomito attira l’attenzione del grande maestro russo di scherma Oleg Pouzanov (Maciej Robakiewicz), che deciderà di allenarlo personalmente dopo aver messo alla prova la sua tenacia e forza di volontà, nonostante il carattere rabbioso di Paolo e la sua insofferenza alla disciplina. Sotto la guida di Oleg, maestro di vita prima ancora che di scherma, unico capace di placare le sue intemperanze, Paolo riesce persino ad entrare nella Nazionale di scherma.
Due gli altri incontri importanti che segnano indelebilmente il percorso di Pizzo: Guglielmo Visentin (Mario Ermito), talento naturale ed elegante, suo esatto opposto in pedana, con il quale nasce una inevitabile e accesa rivalità; e la pentatleta Lavinia Bonessio (Elena Funari), con la quale conoscerà il vero amore. In questo periodo il mai sopito spirito ribelle e combattivo di Pizzo lo porta a essere messo da parte dalla squadra e addirittura ad essere sospeso dalla Nazionale, un passaggio a vuoto che metterà in crisi anche il rapporto con il padre Piero.
A complicare tutto si aggiunge un brutto infortunio al ginocchio durante un allenamento, che gli causa la lesione del legamento crociato e che in lui riporta alla luce vecchi traumi non superati e finora non condivisi con nessuno, al di fuori della famiglia, spingendolo a rifiutare di sottoporsi all’ intervento chirurgico. Saranno Lavinia e Oleg a vincere la granitica fermezza di Paolo e a convincerlo ad affrontare l’operazione, cui seguirà un recupero fisico record. Ma il segreto della malattia affrontata da bambino continuerà a persistere e Paolo lo manterrà anche con Oleg, con Lavinia e con tutta la Federazione. Il dolore e la “vergogna” per quello che ha dovuto sopportare appena adolescente non gli consentono di condividere la sua esperienza con le persone che gli stanno attorno e gli vogliono bene.
La morte improvvisa di Oleg riporta Paolo a chiudersi in sé stesso e ad abbandonare la scherma. Dopo il rientro a Catania, sarà di nuovo il padre Piero a risollevarlo, mostrandogli il motto della città di Catania scolpito sulla Porta Ferdinandea: Melior de cinere surgo (Dalla cenere risorgo migliore). Per Paolo sarà una nuova rinascita, al fianco di suo padre in veste di allenatore, fino all’ultima stoccata: quella vincente, che lo porterà a fare finalmente pace col proprio passato e a condividere la sua storia personale col mondo intero.