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"L'Uomo dalla Bocca Storta", lo splendido ritratto di uno dei più poliedrici artisti italiani: Luciano SalceSinossi *: L’uomo dalla bocca storta è Luciano Salce, regista, attore ed autore satirico, tra i più importanti del Novecento italiano. Il ritratto di Luciano Salce è un viaggio che ha inizio a Feltre, davanti alla sua tomba… Accompagnati con discrezione ed ironia dal figlio Emanuele, siamo introdotti nei primi difficili anni di vita di Luciano Salce: la morte della madre poco dopo il parto, l’infanzia e l’adolescenza vissuti in collegio a Frascati, la reclusione nei campi di prigionia tedeschi (prima Norimberga, poi Dachau) durante la seconda guerra mondiale. Avversità che hanno progressivamente costruito la personalità di Luciano, capace di sviluppare una maschera d’ironia come filtro della propria sensibilità. Un’ironia che è diventata ben presto il carattere saliente anche in campo artistico: iscrittosi, dopo gli studi in collegio, all’Accademia d’Arte Drammatica, Salce mostrerà precise doti umoristiche come regista ed attore teatrale, prima in Italia e poi in Brasile, dove emigrerà all’inizio degli anni ’50. Poi, a metà dello stesso decennio, il ritorno in Italia, il debutto in cinema come regista e come attore, il successo in tv e radio come monologhista satirico ante-litteram, la definizione di una espressività caustica e beffarda, anche se sempre tra le difficoltà di una vita mai troppo generosa.
A raccontarci tutto questo sono colleghi, parenti ed amici di Luciano Salce, ognuno con una testimonianza del lato pubblico o privato dell’uomo e dell’artista: il fratello Guido ricorda gli anni della giovinezza; Franca Valeri e Paolo Ferrari descrivono e commentano l’esperienza dei Gobbi, teatro da camera antesignano del moderno cabaret; Giorgio Albertazzi e Franco Giacobini intervengono sulla formativa attività teatrale del regista e attore; Ennio Morricone, Erico Menczer, Roberto Leoni, Antonio Siciliano ci portano dietro le quinte della lunga frequentazione cinematografica di Salce, di cui lo storico Alberto Pezzotta ci dà un preciso quadro critico; Catherine Spaak, Orchidea De Santis, Jaja Fiastri, Pippo Franco ed ancora Giacobini ci raccontano, dal loro punto di vista, successi ed insuccessi, gioie e dolori di Salce al cinema: quelli de Il federale, La voglia matta, Colpo di stato, Basta guardarla; Antonello Falqui, Lelio Luttazzi ed Enrico Vaime aiutano a portare allo scoperto l’attività televisiva e radiofonica di Salce; Paolo Villaggio e Lino Banfi dicono la loro sui due film di Salce ormai diventati titoli di culto: Fantozzi e Vieni avanti cretino.
Ma il vero protagonista del film è proprio Luciano Salce che, durante tutto l’arco del racconto, interviene, commenta, sbeffeggia se stesso e la propria attività, grazie all’inserimento nel documentario di un prezioso e quasi inedito materiale di repertorio.