I MIGLIORI FILM DEL 2012 PER CINEMAITALIANO.INFO
La classifica dei lettori di Cinemaitaliano
Film
Cesare deve Morire di Paolo e Vittorio Taviani
Diaz di Daniele Vicari
Reality di Matteo Garrone
Documentari
Emma Dante - Sud Costa Occidentale di Clarissa Cappellani
148 Stefano. Mostri dell'inerzia di Maurizio Cartolano
1982, l'estate di Frank di Salvo Cuccia
Stefano Amadio
Cesare deve Morire
Un'apprezzabile versione del Giulio Cesare nata quasi per caso seguendo il lavoro del regista
Fabio Cavalli con i detenuti di Rebibbia. Un documentario che diventa un'opera d'arte grazie alla sensibilità, all'occhio e alla mano di due giovani ottantenni.
Il Primo Uomo
Gianni Amelio mostra le sue capacità mettendo sullo schermo la vita di Albert Camus. Non invitato in Concorso a Venezia per far posto a Quando la Notte, sarebbe stato sicuramente un film "italiano" riconosciuto di valore. Storia e fotografia di grande qualità.
Il rosso e il blu
Il film di
Giuseppe Piccioni ci è passato davanti senza troppo rumore, ma ha incassato oltre 1.260.000 euro; e con i tempi che corrono non è poco. Un film sulla scuola diverso, dove la denuncia dei guasti c'è ma solo alle spalle dei personaggi. Grandissimo
Roberto Herlitzka.
Itaker
Opera prima di
Toni Trupia , passata anche questo come una meteora e anche questo ignorato dai festival per opere fischiatissime. Girato con grande professionalità tanto da sembrare un film non "italiano". La storia regge, gli interpreti pure. E anche bene.
L'era Legale
L'ironia di
Enrico Caria torna intatta dopo i suoi film migliori, da Rudy Caino a Blek Giek. Un finto documentario che racconta l'ascesa in politica di un morto di fame che però qualcosa, a Napoli, riesce a cambiarla.
Antonio Capellupo
Cesare deve morire
Qualcuno pensava che la loro lunga carriera fosse definitivamente chiusa. Poi, d'un tratto,
Paolo e Vittorio Taviani ritornano sul grande schermo, giocando con i generi, sperimentando, emozionando.
Reality
Può un uomo arrivare a considerare un reality televisivo l'unica via di riscatto sociale e salvezza dalla miseria, mettendo a repentaglio la propria vita?
Matteo Garrone racconta con i toni della fiaba l'involuzione della società contemporanea, lobotomizzata da quel tubo catodico capace di generare mostri. E lo fa alla grande.
Il Mundial dimenticato
Un'avventura produttiva e cinematografica tanto complessa quanto geniale. La premiata ditta
Lorenzo Garzella - Filippo Macelloni firma un mockumentary divertente, appassionante, (in)credibile.
E' stato il figlio
Dopo una lunga, lunghissima carriera al fianco di Franco Maresco e divenuto un grande direttore della fotografia,
Daniele Ciprì "esordisce" con un'opera che ben mescola dramma e grottesco e punta il dito verso la società dell'apparire. Un graditissimo ritorno.
La guerra dei vulcani
Un documentario girato come se fosse un melò. Il più celebre triangolo amoroso della storia del cinema rivive attraverso le immagini di repertorio, splendidamente assemblate da
Francesco Patierno. Assolutamente imperdibile.
Carlo Griseri
Cesare deve Morire
Un progetto vitale e folgorante, che ha ammaliato anche la platea internazionale del Festival di Berlino. Due "grandi vecchi" dentro un carcere per respirare - grazie all'opera immortale di Shakespeare - aria di libertà. Meritorio omaggio al lavoro teatrale di
Fabio Cavalli.
L'Intervallo
Dopo apprezzati documentari,
Leonardo Di Costanzo arriva con la giusta maturità a un lavoro che - nonostante l'apparente marginalità rispetto al tema della criminalità organizzata - dice molto più di tanti altri sull'argomento. Un film da cercare, amare e consigliare.
Il Primo Uomo
Capolavoro che sa di classico già alla prima visione, un film che parte dall'opera autobiografica e incompiuta di Camus per diventare una confessione privata di
Gianni Amelio aiutato da uno splendido cast (femminile in primis) da ammirare rigorosamente in versione originale.
Reality
Dopo
"Gomorra" Matteo Garrone torna con un film tanto diverso quanto simile per capacità di attrarre lo spettatore e immergerlo (grazie anche alla sua camera a mano gestita in prima persona) in una storia. Non un film sui reality, come molti forse speravano. Fantastico
Aniello Arena.
Sette Opere di Misericordia
Un film quasi muto, in cui gli sguardi e i corpi dei due protagonisti riescono a regalare emozioni e a "dire" tutto. Se il talento di
Roberto Herlitzka non è una sorpresa, stupisce l'intensità e la naturalezza di
Olimpia Melinte, bellezza spenta dalla vita scelta dai
fratelli De Serio dopo un lunghissimo e laborioso lavoro di casting.
Simone Pinchiorri
Cesare deve Morire
Ecco il film che non ti aspetti. Paolo e Vittorio Taviani all'interno del carcere di Rebibbia alle prese con il Giulio Cesare di Shakespeare, diretto da Fabio Cavalli ed intepretato dai detenuti. Un'opera originale e fresca tra cinema, teatro e vita.
Reality
Matteo Garrone si conferma come uno dei migliori registi italiani del nuovo millennio. Più che un film sul Grande Fratello è un'opera sul degrado morale della società, abbagliata dai falsi miti. Superlativa l'intepretazione di Aniello Arena.
Romanzo di una Strage
Una dettagliata ricostruzione di una delle più "importanti" stragi della Repubblica Italiana. Ad arricchire il film un cast d'eccezione con Favino nei panni dell'anarchico Pinelli e Mastandrea in quelli del commissario Calabresi.
Bad Weather
Sicuramente il migliore documentario dell'anno. Un'opera qualitativamente superiore a tutte le altre per la bellissima fotografia e la storia raccontata.
Il Mundial Dimenticato
Il duo Garzella-Macelloni realizzano un mockumentary originale ed appassionante su una fantomatica edizione della Coppa del Mondo di calcio mai giocata in Patagonia. Un vero e proprio film al limite della commedia...
Alessandra Alfonsi
Cesare deve Morire
Un capolavoro dei fratelli Taviani fruibile, comprensibile e destinato a ogni tipologia di pubblico. Affronta i grandi temi del potere, della libertà e dell’arte attualizzando una tragedia shakespeariana con la stessa funzione catartica di quelle greche. Tutta la pellicola si può racchiudere nella frase di
Cassio che la suggella “da quando ho conosciuto l’arte ‘sta cella è diventata una prigione”.
Diaz - La Nave Dolce
I documentari per
Daniele Vicari sono equiparati ad un’opera di finzione: i suoi, come
”Diaz” e "
La Nave Dolce", realizzati quasi contemporaneamente, hanno il merito e il pregio di affrontare tematiche sociali e fatti di cronaca per risvegliare le coscienze, soprattutto italiane.
Reality
Una rilettura contemporanea e stravolta di
“Bellissima” di Luchino Visconti. In una Napoli colorita e fiabesca, mostrata in stile borbonico e vermeeriano sin da una memorabile sequenza iniziale,
Matteo Garrone racconta la storia di un pescivendolo spinto dalla figlia Alessandra ad entrare nel GF.
Bella Addormentata
Il film di
Marco Bellocchio avrebbe meritato il
Leone d’Oro a Venezia per la capacità di affrontare i grandi temi della vita e della morte inquadrandoli in una doppia cornice: quella narrativa dell’eutanasia e quella cinematografica del caso
Eluana Englaro, raccontato solo attraverso immagini televisive.
Alì ha gli occhi azzurri
Premiato meritatamente all’ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, questo di
Claudio Giovannesi è un racconto di chiara ispirazione pasoliniana che affronta in modo divertente e realistico le problematiche adolescenziali degli immigrati di seconda generazione.
Lucilla Chiodi
Diaz
Il film di
Daniele Vicari è un autentico distillato di violenza cieca e indiscriminata, a tratti insostenibile anche per gli stomaci più forti. Seppur non privo di punti deboli (tanti i personaggi, le cui storie restano però appena accennate, con l'apparente scopo di far da mera cornice all'evento vero e proprio), resta un film necessario.
L'intervallo
Napoli. Due adolescenti in un vecchio ospedale diroccato: lei paga il prezzo di uno sgarbo fatto a un camorrista; lui è un ragazzotto obbligato a farle da carceriere per un giorno. È un piccolo gioiello questo film di
Leonardo Di Costanzo che qui si avvale della splendida fotografia di Luca Bigazzi. Non aspettatevi il solito film sulla camorra, però. L'intervallo del titolo è quello che i due ragazzi si prendono da un mondo dove scegliere il proprio destino non è permesso.
Cesare deve morire
Cinema e teatro non è un binomio nuovo per il grande schermo, ma l'operazione dei fratelli Taviani costituisce qualcosa di molto più importante. I detenuti di Rebibbia che interpretano il “Giulio Cesare” di Shakespeare – e il work in progress della messa in scena – mettono in luce uno spaccato sulla vita in carcere e sulle esistenze di chi è condannato a passarci il resto della propria vita. Senza dubbio uno dei film più importanti degli ultimi anni.
Reality
Matteo Garrone si riconferma uno dei grandi registi della nuova generazione. In bilico tra finzione e realtà, costruisce un film curatissimo sotto ogni punto di vista (dalla sceneggiatura alla fotografia, sino alla scelta del protagonista, il detenuto
Aniello Arena, un vero talento naturale) raccontando quell'Italia schiava del falso mito della fama, ma dopotutto ancora in grado di preservare una parvenza di umanità nella sfera degli affetti più cari.
Tutti i santi giorni
Un'ottima commedia di
Paolo Virzì che, pur non contando sull'originalità della storia – la classica coppia antitetica che vive gli alti e bassi di una relazione e cerca disperatamente di avere un figlio – racconta con leggerezza e semplicità una classica storia d'amore. Ritorna, come spesso accade nei film di Virzì, il tema del lavoro, della precarietà, delle piccole lotte quotidiane per la sopravvivenza in questa Italia sempre più ostile. Ma non manca nemmeno – e per fortuna – una dose importante di ironia.
Luca Corbellini
L'Intervallo
Fugge le trappole di un certo realismo italiano, interessato ai contenuti e disinteressato alla loro rielaborazione cinematografica, e regala una fiaba toccante, allo stesso tempo solare e oscura, speranzosa e impossibile.
Io e Te
Il grande ritorno non delude le attese: tra le mura dello scantinato esplode il furore della passione ritrovata, quella del regista verso la settima arte. Tutto, in un racconto di formazione che sa toccare le corde giuste, sgradevole quando serve e tenero nel complesso.
Cesare deve Morire
Anche qui un set limitato obbliga ad aguzzare l'ingegno cinematografico, e così i due registi regalano una delle opere più compiute della loro carriera, anche se basterebbero i versi immortali di Shakespeare e i volti dei detenuti attori segnati dalla colpa e dal rimorso.
Reality
La prigione è quella in cui il protagonista vorrebbe rinchiudersi: allucinante, ironico e tragico viaggio nel sottobosco dell'Italia, fatto di piccoli miti, piccoli orizzonti e piccole celebrità, ma senza giudicare e senza facili moralismi. Iperrealista capace di momenti surreali come la realtà che descrive, il film di Garrone rischia di diventare profetico come La dolce vita.
ACAB
Esordio nel lungometraggio dell'autore della serie Romanzo Criminale, con un film di genere puro raro nel panorama italiano, e capace di entrare in takle scivolato nel sociale e nei suoi problemi. Raccontando le scheggie di un frammento sociale impazzito, regala momenti di ottimo cinema, pur risentendo un po' ancora della costruzione narrativa di una serie tv.
Elena Dal Forno
Diaz
Per la capacità di ricreare il dramma, l'orrore, la brutalità, l'arroganza e la negazione di uno dei peggiori momenti della storia della repubblica italiana, un film da vedere e rivedere per mai dimenticare.
Cesare deve morire
Cesarino, pur essendo un film "furbo" e "da festival" ha il merito di liberare dalle sbarre, anche se solo per pochi attimi, persone alle quali il palcoscenico della vita è spesso negato, perché costrette a vivere nei bassifondi della società (da se stessi n.d.r.). È un film di grande umanità e di grande cultura, quella in cui anche shakespeare sa parlare ad un galeotto.
Io sono Li
Andrea Segre ha la capacità di raccontare il dramma dell'immigrazione e dell'integrazione come una favola, non cadendo mai nel mieloso e trovando in Venezia e nella sua laguna, girata in modo magistrale, il terreno ideale per raccontare la difficoltà di liberarsi dalla stretta della palude.
Profughi a Cinecittà
Il documento di
Marco Bertozzi racconta una storia incredibile su uno dei momenti meno conosciuti dell'occupazione nazista, girato con grande accortezza, Pur non avendo a disposizione che pochissimo materiale storico. Un lavoro di ricerca incredibile.
Food
Rusca, Carbone e Pathmaperuma aprono gli occhi su una verità che spesso non vogliamo vedere; lo spreco del cibo e le abitudini sbagliate delle società capitalistiche e consumistiche che a dispetto della gente che muore di fame si permettono il lusso di gettare al vento il cibo come se non avesse valore. Riporta al centro della questione l'uomo, il valore della comunità e i bisogni primari.
Monica Straniero
Diaz
La sua ricostruzione dei fatti del G8 di Genova, e soprattutto delle violenze della polizia alla scuola Diaz proseguite nella caserma di Bolzaneto, rende omaggio alle vittime e spinge al massimo l’acceleratore sui meccanismi politici, la corruzione ufficiale e la perversione morale dietro uno degli eventi che ha cambiato per sempre il movimento no global.
Là-bas - Educazione criminale
Ispirandosi alla strage di Castelvolturno avvenuta nel 2008 che vide l’uccisione di sei giovani clandestini ad opera del Clan dei Casalesi,
Guido Lombardi racconta la criminalità organizzata nel Sud d’Italia attraverso gli occhi dei clandestini.
È stato il figlio
Un racconto parossistico di una famiglia povera, i Ciraulo , la cui vita tra stenti e difficoltà viene sconvolta dalla tragica morte della figlia più piccola. Una fiaba nerissima, che con tono esageratamente grottesco, indaga sulle miserie della ricchezza e sull’ottusità di un paese “gratta e vinci”, dove l’unico valore rimasto sono i soldi.
Cesare deve Morire
Con la freschezza e l’audacia di due esordienti, i due registi, vincitori dell’Orso d’Oro a Berlino, si avventurano in un luogo ostile, il carcere, per mettere in scena il Giulio Cesare di Shakespeare con un gruppo di detenuti della sezione di alta sicurezza del carcere di Rebibbia. Il risultato è straordinario e spiazzante: un’opera originale e coraggiosa, che getta una luce sinistra sulle fragilità e le miserie del genere umano riflesse nell’oscura esistenza dei condannati.
Reality
Al centro della storia un “moderno pinocchio” che perde tutto per inseguire il sogno del successo facile che i reality show sarebbero in grado di assicurare. Non un film sulla cattiva Tv, quanto piuttosto un’analisi lucida di una società dove apparire in televisione sembra essere la certificazione certa della propria esistenza.
03/01/2013, 16:49
La Redazione