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IL MUNDIAL DIMENTICATO - Un mistero del calcio-
VENEZIA 2011: alle Giornate degli Autori ritrovano "Il Mundial Dimenticato"Sinossi *: “
Il Mondiale del 1942 non figura in nessun libro di storia ma si giocò nella Patagonia argentina.”
(Osvaldo Soriano. Pensare con i piedi. 1995)
Il film ricostruisce le fantomatiche vicende dei Mondiali di Calcio di Patagonia 1942, mai riconosciuti dagli organi ufficiali dello sport e rimasti per decenni avvolti nella leggenda senza che se ne conoscesse il vincitore.
Il campionato fu organizzato grazie all'accanito impegno del Conte Vladimir Otz, stravagante mecenate illuminista di origini balcaniche, emigrato in Argentina negli anni '30, appassionato di calcio e faraonico collezionista, Ministro del IV Re di Patagonia in esilio a Parigi e sedicente amico personale del fondatore della Fifa Jules Rimet.
La storia si apre con il ritrovamento di un misterioso scheletro con la macchina da presa negli scavi paleontologici di Villa El Chocon, in Argentina. Le indagini svelano che i resti umani appartengono a Guillermo Sandrini, cineoperatore argentino di origini italiane, ex fotografo di matrimoni e inventore per hobby, ingaggiato per "filmare il Mundial in modo memorabile e rivoluzionario" (da una lettera del Conte Otz a Jules Rimet), sulle orme delle sperimentazioni formali e tecnologiche di Leni Riefensthal (che si dice avesse rifiutato l'incarico). La bobina contenuta nella macchina da presa di Sandrini promette di svelare la verità sul risultato della finale del Mundial dimenticato.
Girato tra Argentina, Inghilterra, Germania, Italia e Brasile, il film è un racconto corale condotto nello stile di un documentario classico. Il più esperto ricercatore del Mundial 1942, il giornalista argentino Sergio Levinsky fa da guida in un'inchiesta che attraversa l’America Latina e l’Europa, fino agli archivi di Cinecittà Luce di Roma, dove sono stati trovati alcune delle sequenze più significative della delicata ricostruzione. Le suggestioni di immagini d’archivio inedite e spettacolari e di una ricca documentazione (fotografie, giornali locali, lettere, diari privati) si alternano a numerose interviste che coinvolgono i pochi testimoni viventi delle vicende e personalità della cultura e del calcio (Gary Lineker, Joao Havelange, Darwin Pastorin, Pierre Lanfranchi, Osvaldo Bayer, Victor Hugo Morales).
Dal racconto emerge un caleidoscopio di vicende in cui la memoria si fa leggenda. Un crogiuolo di genti alle prese con la costruzione di una grande diga in mezzo al deserto della Patagonia. Un mecenate visionario animato dallo spirito di Voltaire e dall’ostinazione di Don Chisciotte. Una fotografa ebrea dalla bellezza magnetica, in fuga dal Terzo Reich. Un infallibile centravanti tedesco con gli occhiali. Un arbitro con la pistola. Un portiere mapuche che ipnotizza gli avversari. Dodici minatori, ingegneri ed ex cercatori d'oro, soldati nazisti e indios mapuches, acrobati del circo e rivoluzionari in esilio…. Mentre il mondo civilizzato è ingoiato dalla ferocia della II Guerra Mondiale.
Temi universali e intrecci sentimentali da rotocalco. Grandi valori dello sport e mitologie infantili.
L’anima invincibile del calcio romantico si fa beffe dello sport ufficiale asservito alla propaganda dei regimi nazifascisti del primo Novecento, e consuma la sua scanzonata vendetta sul calcio mercificato degli anni duemila.