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- VENEZIA 69 - In concorso il film di Daniele Ciprì


Sinossi *:
Il racconto viene narrato in un tempo futuro, all’interno di un ufficio postale, in un giorno come tanti. E’ un signore trasandato di nome Busu, ad introdurre la storia della famiglia Ciraulo, come le altre microstorie che di giorno in giorno racconta per uccidere il tempo che consuma la sua solitudine. C’è chi lo ascolta, c’è chi invece ad un certo punto si stanca e va via, lasciandolo solo in quella interminabile giornata d’inverno.
Busu però si sofferma più a lungo sui Ciraulo, raccontandone anche i dettagli, quasi come gli appartenessero.
La famiglia Ciraulo è composta da sei persone: Nicola è il capofamiglia, Loredana sua moglie, Tancredi è il figlio maggiore e Serenella la figlia più piccola. Nonno Fonzio e Nonna Rosa, i genitori di Nicola, vivono insieme a loro. Abitano nella periferia di Palermo. Nicola si arrabatta per mantenere tutti rivendendo il ferro vecchio delle navi in disarmo. Le loro vite anche in questa realtà molto dura, scorrono in una relativa serenità. Fino a quando, al ritorno da una gita al mare, insieme con i Giacalone, loro amici e vicini di casa, un proiettile vagante, destinato ad un regolamento di conti fra bande rivali, colpisce a morte la piccola Serenella. La disperazione è incommensurabile. Ma si apre uno spiraglio di speranza per un cambiamento economico quando Giacalone suggerisce a Nicola di chiedere un risarcimento che lo Stato riconosce alle vittime della mafia. Il miraggio di ricevere un' ingente somma di denaro dovuta spinge la famiglia a spendere i soldi prima di incassarli, indebitandosi con tutti, pensando che la liquidazione da parte dello Stato sia imminente. Invece i mesi passano e i debiti crescono tanto da spingere Nicola a cadere nelle mani di un usuraio, grande amico di Giacalone. Quando finalmente la somma arriva, una volta pagati i debiti, l'importo iniziale si è notevolmente ridotto. Oltretutto i Ciraulo, non solo non hanno un conto in banca, ma non sanno neppure che cosa siano le coordinate bancarie. Nicola ancora una volta si rivolge all'onnipresente "grande amico e vicino di casa" Giacalone che saggiamente gli consiglia di non tenerli in banca "perchè ci guadagnano solo iddi." Come sempre Nicola esegue alla lettera il consiglio del suo grande amico e vicino di casa.

La famiglia allora si riunisce per decidere come investire i soldi e ognuno vorrebbe realizzare il proprio desiderio. Ogni richiesta viene puntualmente smontata con varie perorazioni da parte di Nicola che solo alla fine palesa la sua idea: un'auto di lusso , una Mercedes. E a poco a poco riesce a convincere quella ovviamente perplessa platea affermando che scegliere quell'auto, è scegliere la dignità. Quella macchina è simbolo di ricchezza e la ricchezza è l'unico status che la gente rispetti, soprattutto nel loro quartiere. Con questo miraggio d'onore eterno riesce a persuaderli.

La Mercedes diventerà per i Ciraulo più che il simbolo della ricchezza, il simbolo della Miseria della Ricchezza, strumento di sconfitta e di rovina.

Cast

Interpreti:
Toni Servillo (Nicola Ciraulo)
Giselda Volodi (Loredana Ciraulo)
Giuseppe Vitale (Amico di Nicola)
Alfredo Castro (Busu)
Aurora Quattrocchi (Nonna Rosa)
Alessia Zammitti (Serenella Ciraulo)
Fabrizio Falco (Tancredi Ciraulo)
Benedetto Raneli (Nonno Fonzio)
Pier Giorgio Bellocchio (sordomuto)
Arturo Alessandri (Panettiere)

Soggetto:
Daniele Ciprì
Roberto Alajmo
Massimo Gaudioso

Sceneggiatura:
Daniele Ciprì
Massimo Gaudioso
Miriam Rizzo (collaborazione)

Musiche:
Carlo Crivelli

Montaggio:
Francesca Calvelli
Alfredo Alvigini (collaborazione)

Costumi:
Grazia Colombini

Scenografia:
Marco Dentici

Fotografia:
Daniele Ciprì

Suono:
Angelo Bonanni

Produttore:
Alessandra Acciai
Giorgio Magliulo
Carlo Degli Esposti
Fabio Conversi (co-produzione)

Location Manager:
Fabio Marini

Organizzatore Generale:
Francesco Tató

Regia e Montaggio Backstage Video:
Paola Crescenzo

Operatore alla Macchina:
Luigi Andrei

NOTIZIE 'E’ stato il Figlio'

Libri


Libro sul film "":
"Il quadro che visse due volte - Come l'arte influenza il cinema"
di Rossella Farinotti, 151 pp, 2014
Sapevate che la casa del film Psycho, di Alfred Hitchock, è ispirata a una tela di Hopper?
E che in Senso Luchino Visconti cita Francesco Hayez nella celebre scena del bacio?
L’elenco dei registi che, in modi diversi, hanno attinto a piene mani nella storia dell’arte è davvero lungo: Fellini, Kubrick, Ridley Scott, Ford e così via.
A metterli in ordine ci ha pensato Rossella Farinotti nel suo ultimo libro, in uscita in questi giorni, "Il quadro che visse due volte" (Morellini editore, 17,90 euro).
Un viaggio appassionante tra citazioni, omaggi, biografie celebri, aneddoti e curiosità di un’autrice che unisce un grande amore per il grande schermo (insieme al padre, Pino Farinotti, da cinque anni cura uno dei più noti Dizionari del cinema) alle sue competenze di critica d’arte.

prezzo di copertina: 17,90



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