Sinossi *:
Lucy è una nonna di novantacinque anni.
Malgrado l'età è ancora lucida, ha sempre la battuta pronta e racconta la sua vita col suo irresistibile accento, un po' piemontese e un po' bolognese. A casa sua le foto ingiallite dal tempo raccontano l’adolescenza di un ragazzo, che all'epoca si chiamava Luciano, che stava per vivere il periodo più terribile della sua vita.
Lucy è una donna transessuale, fra le poche sopravvissute del campo di concentramento di Dachau.
E questa è la sua storia.
Il titolo del film, tratto da un verso di una poesia adolescenziale di Lucy, rimanda alla fragilità dell'esistenza e al disperato bisogno di vita della nostra protagonista. Il suo è un racconto che parte dal suo sentirsi femmina già durante l'infanzia e che passa attraverso le prime “marchette”, il trasferimento a Bologna dalla provincia piemontese, la guerra, il suo arresto e la sua detenzione nel campo di concentramento di Dachau in Germania.
Lucy afferma di essere morta in quel campo e di essere rinata dopo la liberazione. Il racconto infatti procede con le sue avventure in giro per l'Italia con spettacoli circensi e di rivista, la ricerca di una vita “normale” nell'amata Torino, il rapporto con Patrizia, la sua figlia adottiva prematuramente scomparsa e la riattribuzione chirurgica di sesso negli anni '80.
Chi è Lucy? Una donna che, con il racconto intimo della sua vita, traghetterà lo spettatore in quasi cento anni di storia italiana. Racconti crudi e momenti di vita serena si alterneranno in un percorso personale che proietta l'ombra della storia del novecento, in un XXI secolo in cui il senso della Memoria sembra affievolirsi di fronte al lento incedere dei fantasmi del passato.

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