Recensioni di :
- TORINO FILM FESTIVAL 38 - "Il Buco in testa" Fuori Concorso


Sinossi *:
Maria S. vive vicino al mare, in provincia di Napoli. Ha un lavoro precario, nessun amore. Una madre praticamente muta. Quarant’anni prima, un militante dell’estrema sinistra ha ammazzato suo padre, vicebrigadiere di polizia poco più che ventenne, nel corso di una manifestazione politica.
Maria è nata due mesi dopo…
Un giorno apprende che l’omicida del padre ha un nome, un volto, un lavoro. Ha scontato la sua pena e vive a Milano. “Adesso so chi odiare”, pensa Maria. Si tinge i capelli e prende un treno veloce per andare a incontrarlo. Ha con sé una pistola.

Cast

Interpreti:
Teresa Saponangelo (Maria Serra)
Tommaso Ragno (Guido Mandelli)
Francesco Di Leva (Fabio Violante)
Vincenza Modica (Alba Veneruso Serra)
Gea Martire (Rita Serra)
Anita Zagaria (Dottoressa Mayer)
Daria D'Antonio (Titti)
Bruna Rossi (Myra)
Alberto Ricci Hoiss (Danilo De Chiara)
Vincenzo Ruggiero (Dionisio Montuori)
Marco Risiglione (Il Figlio di Guido Martelli)
Angelo Imperatore (L'Amico di Famiglia)

Soggetto:
Antonio Capuano

Sceneggiatura:
Antonio Capuano

Costumi:
Francesca Balzano

Scenografia:
Antonella Di Martino

Fotografia:
Gianluca Laudadio

Casting:
Emanuele Donadio

Aiuto regista:
Sergio Panariello

Produttore:
Dario Formisano
Santo Domenico Versace (Associato)
Gianluca Curti (Associato)
Luciano Stella (Associato)
Maria Carolina Terzi (Associato)

Organizzatore Generale:
Andrea Leone

Produttore Esecutivo:
Gennaro Fasolino

Segretario di Produzione:
Marcello Vitiello

NOTIZIE 'Il Buco in Testa'

Libri


Libro sul film "":
"Da una prospettiva eccedente. In dialogo con Antonio Capuano"
di Armando Andria, Alessia Brandoni, Fabrizio Croce, Artdigiland, 2022
Questo libro dialoga con la vulcanica personalità di Antonio Capuano e con la sua opera cinematografica, partendo dall’indissolubile commistione tra la sua dimensione artistica e quella personale, in un corpo a corpo con la sua storia, il suo mondo di appassionate preferenze e altrettanto radicali rifiuti, il suo sguardo singolare e sorgivo sulla vita e sul cinema. Composto da una lunga conversazione, nella prima parte, e da saggi critici nella seconda, il volume “fa esperienza” di Capuano approfondendo di volta in volta la regia e il rapporto con gli attori, la concezione del montaggio, la relazione con il paesaggio e con lo spazio urbano, il senso dell’inquadratura, la dialettica tra scrittura e realtà, l’assillo del tempo; incrociando così la vasta gamma di armonie e disarmonie di un percorso entusiasmante e vitale che eccede costantemente i margini. E rintracciando, come scrivono gli autori, «quel coraggio selvatico e quella autenticità materica che alimentano costantemente il bisogno di andare alla ricerca di una verità delle cose, dentro e fuori di sé».

ArtDigiland




Note:
Il film è liberamente ispirato a una storia vera.

La Storia di Antonia
«Cosa è successo di nuovo e di diverso? È apparsa una foto. È, tutti la ricorderanno, la foto dell’individuo in passamontagna, solo, di profilo, in mezzo alla strada, con le gambe allargate e le braccia tese, che impugna orizzontalmente e con ambo le mani una pistola. Questa è una di quelle foto che passeranno alla storia».
Sul settimanale L’Espresso, Umberto Eco descrive così ciò che è accaduto il 14 maggio a Milano in via De Amicis, durante una manifestazione convocata dalla sinistra antagonista, la prima, secondo gli storici, in cui alcuni manifestanti sarebbero andati in piazza accompagnandosi con armi da fuoco.
Tra il corteo ci sono dei fotografi. Uno di loro, Paolo Pedrizzetti, inquadra il giovane pistola in pugno. Basta un click e l’immagine di Giuseppe Memeo, questo il suo nome, diventa l’icona simbolo degli “anni di piombo”. Ma non è tutto. Nello scontro avvenuto intorno a quell’azione, il poliziotto Antonio Custra, 25 anni, è stato ferito. Morirà dopo un giorno di coma. A sparare contro la polizia, sono alcuni militanti del collettivo “Rosso”, legato all’area di Autonomia Operaia.
A colpire a morte Custra è un ragazzo di quel collettivo, Mario Ferrandi, 21 anni.
Un mese e mezzo dopo la morte di Custra, il primo luglio, viene alla luce Antonia, figlia dell’agente.
Pochi giorni di vita e sua madre torna a vivere a San Giorgio a Cremano.
Quella di Antonia sarà una vita difficile: «Quel proiettile ha ammazzato papà, mamma, che è un fiore appassito, e me, che sono nata già morta, con una vita colorata di nero».
Il 14 maggio 2004, Antonia viene invitata al Quirinale. Il Presidente Ciampi le consegna una Medaglia d'Oro al Valor Civile.
Nel 2007 Antonia prende un treno per Milano. Vuole incontrare l’assassino di suo padre e fare i conti con la Storia. Dirà tempo dopo: «Ho bussato alla porta di Mario. Mi ha aperto, e ci siamo dati la mano. Ho visto una persona, un individuo. Mi sono sorpresa a pensare questo, e non che avevo davanti l'assassino di papà».
Nell’agosto del 2017, a soli 40 anni, Antonia muore di malattia.
«Era piena di amore per tutto e per tutti. Aveva un grande cuore, la sua morte mi ha spianato». A ricordarla con queste parole, con un messaggio sui social, sarà proprio Mario Ferrandi.

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