I MIGLIORI FILM DEL 2013 PER CINEMAITALIANO.INFO
Stefano Amadio
STILL LIFE
Uberto Pasolini, il regista, vive all'estero da decenni ma è italiano come la produzione Rai e nel suo film coglie in pieno, con poesia e personalità, ogni aspetto della moderna solitudine. Un'immagine di vita trovata in mezzo alla morte, mostrata con maestria, ironia e senza alcuna pesantezza.
LA GRANDE BELLEZZA
Un film dal forte sapore felliniano che Sorrentino riesce a rendere attuale e personale. L'assenza di una vera e propria storia è ampiamente supplita dal continuo movimento del protagonista, dalla bravura degli interpreti e dai dialoghi mai banali.
SACRO GRA
Il vincitore di Venezia merita di essere tra i migliori, non per il Premio ma perché dimostra come, grazie a un autore vero, si possa uscire dalla strada, un po' pesante, del documentarismo italiano contemporaneo. Staticità, lentezze, astrazioni sì ma con un'idea e una regia originale alle spalle.
SOLE A CATINELLE
Contro Corrente. Basta attaccare un autore/attore associandolo alla tv, ai cine-panettoni e ai peggiori filoni delle commedie italiane. Zalone riesce a scrivere una storia semplice ma scorretta, con la quale, senza starlo a sottolineare, può mostrare e giudicare i peggiori difetti degli italiani di destra e di sinistra. Dopo i milioni
meritati, è il momento di riconoscimenti ufficiali!
SPAGHETTI STORY
Il film indipendente uscito a fine anno girato con un mini budget in 10 giorni. Anche se il contesto non è originalissimo, lo sviluppo della storia, i personaggi e i dialoghi dimostrano la sana voglia di creare un cinema differente. Senza retorica e buonismo la strada è in salita ma sicuramente più interessante.
Antonio Capellupo
LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE
Un umorismo intelligente e una tenera dolcezza rendono l'opera prima di Pif una delle più interessanti "novità" del 2013.
IN UTERO SREBRENICA
Il 2013 è stata senza dubbio un'annata DOC. Il cinema del reale italiano l'ha fatta da padrone, con produzioni di alto livello e caratura internazionale, proprio come il film di Carrieri, che dosa attentamente dolore e poesia, per raccontare un dramma da molti dimenticato. Freddo e commovente al tempo stesso.
PER ULISSE
Pochi autori hanno il coraggio, l'intelligenza e la capacità di muoversi all'interno del cinema underground, un territorio che per intere generazioni di filmmakers è stato sinonimo di assoluta libertà espressiva. Giovanni Cioni è il degno erede di quel "fare cinema", e il suo nuovo "omerico" racconto ne è una splendida testimonianza.
IL TRENO VA A MOSCA
A raccontare il passato ci riescono in molti, a risultare credibili solo in pochi, ma "mettere in scena" la memoria è un'operazione al limite dell'impossibile. Federico Ferrone e Michele Manzolini ci sono riusciti, tramutando vecchi filmini abbandonati in un prezioso gioiello cinematografico.
LE COSE BELLE
Pensieri, speranze e sogni dei bambini di ieri si abbattono contro il crudo presente degli adulti di oggi. Agostino Ferrente e Giovanni Piperno fanno "viaggiare nel tempo" i loro personaggi, in un documentario musicale e accattivante.
Carlo Griseri
LA GRANDE BELLEZZA
Il film più importante e bello dell'anno per distacco: Paolo Sorrentino cerca Fellini e trova un'opera con alcuni difetti ma con la straordinaria capacità di affascinare e coinvolgere. Servillo straordinario, Bigazzi di più.
LA MIA CLASSE
Tra il documentario, il mockumentary e la fiction, Daniele Gaglianone riesce a costruire un film che spiazza e conquista, con un Valerio Mastandrea sempre più bravo e un gruppo di lavoro (dietro e davanti la mdp, per quanto possibile rimanere dietro...) straordinario. Da non far passare inosservato.
SACRO GRA
Non sarà il documentario italiano più bello della storia, ma rischia di rimanere come il più importante per la sua dirompente vittoria a Venezia. E poi è un lavoro di notevole fattura, che si vorrebbe non finisse così presto...
TRA CINQUE MINUTI IN SCENA
Una storia tra teatro e realtà di una figlia e di una mamma "a carico", un piccolo grande film che si muove tra fiction, documentario e teatro riuscendo magicamente a funzionare. Coletti mamma e figlia da applausi a scena aperta.
LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER
Un film semi-invisibile nelle sale e semi-impossibile da raccontare: Vincent Gallo domina l'opera terza di Manuli, respingente e attraente con la stessa forza e le stesse doti. Insolito e da amare.
Simone Pinchiorri
LA GRANDE BELLEZZA
Un bel film, con un'ottima fotografia ed uno straordinario Toni Servillo. Un'opera dalle tante suggestioni.
LA MIA CLASSE
Daniele Gaglianone riesce, compiutamente, a creare un film tra la finzione e la realtà, aiutato da un sempre più bravo Valerio Mastandrea nei panni del professore di una classe di immigrati.
IN UTERO SREBRENICA
Un documentario su uno dei più grandi eccidi contemporanei e sul dramma umano delle madri che hanno perso i loro cari senza sapere nemmeno dove sono sepolti, realizzato da un giovane regista, Giuseppe Carrieri, che ha davanti a se un grande futuro.
PER ULISSE
Giovanni Cioni continua a sorprendere con una rivisitazione in chiave moderna del mito di Ulisse, adattato ai frequentatori del centro d'accoglienza del Ponterosso di Firenze. Il poeta del documentario...
LA MIGLIORE OFFERTA
Forse in assoluto il migliore film italiano uscito in sala nel 2013. Un cast internazionale e le splendide musiche di Ennio Morricone, arricchiscono ancora di più l'opera di Giuseppe Tornatore.
Alessandra Alfonsi
LA GRANDE BELLEZZA
Il manifesto della decadenza di un'intera società, e non solo di quella romana e mondana, filmata da un giovane regista italiano, che umilmente ancora rifiuta ogni accostamento con Federico Fellini.
SACRO GRA
Un altro sguardo sulla Capitale: questa volta sull'aspetto più controverso, popolare e odiato, il GRA. Rosi riporta a trionfare a Venezia il cinema italiano con un documentario, che per la prima volta è in concorso ad una selezione ufficiale, sulle anime stradali.
PINOCCHIO
Film d'animazione dedicato dagli autori ai bambini e realizzato sul binomio semantico della varianza e fedeltà al testo di Collodi. Enzo D'Alo attualizza la storia del burattino riabilitando alcune figure negative, come Lucignolo, e sdoganando il Paese dei Ballocchi rendendola unica rispetto alle altre versioni.
UN GIORNO DEVI ANDARE
La grazia e la delicatezza del viaggio intimo di Augusta, una donna scappata in Brasile per fuggire da un dolore con uno sguardo rivolto all'umanità.
QUATTRO NOTTI DI UNO STRANIERO
L'elogio della fotografia in un film, quasi di rottura del linguaggio cinematografico. Fabrizio Ferraro rilegge "Le notti bianche" affidandosi alle immagini di Parigi e ai volti pasoliniani, scavati e imbruttiti dalla mancanza d'amore
Luca Corbellini
LA GRANDE BELLEZZA
Un viaggio coinvolgente dentro una Roma falsa e amorale che poi è la nostra Italia. È la “Dolce Vita” 50 anni dopo che, come un carnevale in maschera, ci presenta personaggi non lontani dagli stereotipi, mai descritti come tragici ma miseramente grotteschi.
SACRO GRA
Finalmente il documentario riprende il suo meritato e importante spazio nell’universo cinema. Un’intuizione coinvolgente nel ridare vita, in modo unico e destrutturato, agli spazi urbani e alle storie di persone che abitano questi essenziali ma a volte dimenticati luoghi.
LA MIGLIORE OFFERTA
Un gran film, che riesce ad andare oltre le apparenze, in stretta connessione tra “il vero e il falso”, dove qualcosa di veramente autentico ed unico ci viene proiettato. Coinvolgente.
UN GIORNO DEVI ANDARE
Un altro piccolo capolavoro del regista, alla ricerca del senso della vita quando la vita stessa ti colpisce duramente e ti obbliga al silenzio, al dolore e alla ricerca faticosa e lunga di trovare il coraggio per andare oltre.
LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE
Una bellissimo esordio, premio del pubblico all’ultimo Torino Film Festival. Un racconto tragico sulla mafia senza retorica né indulgenze celebrative, ma soprattutto un aiuto nel riconoscere quello che di malvagio ha fatto e quello che è tuttora l’impegno nel combatterla.
Sara Galignano
LA GRANDE BELLEZZA
La ricostruzione perfetta e fantasmagorica di una parte di mondo (il jet set delle notti romane) che forse brilla visto da lontano, ma accostandosi si tramuta in circo. Meraviglioso Toni Servillo.
LA MIA CLASSE
Uno sguardo che osserva e partecipa, quello di Gaglianone sugli studenti di una classe di italiano per stranieri, che intreccia a diversi livelli la “trama” e la “vita”.
MIELE
Affronta un tema delicato come l’eutanasia con equilibrio e distacco (per quanto possibile), aiutato da due personaggi inediti che coinvolgono prima con la ragione, e solo successivamente con l’emozione.
STOP THE POUNDING HEART
A metà strada tra documentario e finzione, conquista soprattutto per l’attenzione con cui riprende la realtà dei protagonisti, la loro naturalezza, senza giudicarla.
STRIPLIFE
Un bellissimo e poliedrico sguardo su differenti aspetti della quotidianità della striscia di Gaza che normalmente ci sfuggono, dallo svago all’impegno, dal lavoro alla sopravvivenza, dall’evento alla normalità.
Augusto Orsi
LA GRANDE BELLEZZA
Per la visione metafisico-onirica di tutto l’opus ma soprattutto per l’interpretazione stratosferica satirico-umoristica di Servillo nei panni dell’ineffabile dandy Jep Gambardella.
MIELE
Esordio alla regia di Valeria Golino. Nonostante la sua cupezza drammatica e le sue imperfezioni stilistiche connaturate ad un’opera prima è un film valido e da vedere per l’impostazione registica, la struttura filmica e la calibrata interpretazione dell’angelo della morte Jasmine Trinca.
SOLE A CATINELLE
Nella parata dei lungometraggi comico-umoristici Sole a catinelle è quello meglio confezionato per svagarsi in modo leggero, intelligente e non volgare. Il comico pugliese ha incocciato un nuovo successo. Il vanesio, truffaldino e camaleontico spacciatore di aspirapolvere è il ritratto pennellato di una specie italica che alligna a nord e al sud dello Stivale. Checco Zalone, attore comico pirotecnico, lo incarna con un’autoironia e bravura che rasentano la perfezione.
L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO
Come outsider e osservatore internazionale, situo a malincuore Giovanni Veronesi al quarto posto. Il regista pratese con L’ultima ruota del carro, ha tentato di comporre un vivido affresco degli ultimi 40 anni di storia italiana, non riuscendoci completamente con le vicende di Ernesto Fioretti, il tappezziere, cuoco, traslocatore e comparsa cinematografica romano uomo comune e senza qualità. La vita del Fioretti scivola con rassegnazione che si fa qualunquismo, da Moro a Craxi, da Tangentopoli a Berlusconi e tanto calcio.
UN FANTASTICO VIA VAI
Con tutta la simpatia che ho per la comicità toscana piazzo l’effervescente Pieraccioni al quinto e ultimo posto. Pieraccioni con Un fantastico via vai si diverte e diverte, però si ripete ricalcando anche gli schemi del riuscito, ma datato Auberge espagnole del regista francese Cédric Klapisch. Un rinnovamento totale per il regista fiorentino potrebbe giovargli. Anche in Pieraccioni la comicità, talvolta a buon mercato e l’ironia, ma non la satira, si sprecano.
Margherita Pucello
LA MIGLIORE OFFERTA
Indovinata ed impeccabile rappresentazione che mischia la vita con l'arte, la realtà con la finzione, il brutto con il bello, la magia con l'inganno, sfumandone i confini, rendendoli quasi intangibili per poi rimarcare brutalmente la loro imprescindibile oggettività.
LA GRANDE BELLEZZA
Ritrae la pochezza umana, spesso manifesta nelle classi sociali più elevate e privilegiate che, a volte, non può prescindere dalla sfera sentimentale, consapevole dell'incapacità di sottomettervisi, sullo sfondo di una Roma che a dispetto della cruda realtà conserva la sua eterna e grande bellezza.
VIVA LA LIBERTÀ
Mette elegantemente al centro dello schermo due facce di una medesima medaglia: l'una incarna l'eccessivo rigore e la frustrante sottomissione al potere, l'altra la libertà d'espressione, la poesia e la genuinità della parola che a volte si rivela vincente e decisiva nell'eterogeneità delle masse.
LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE
Valido esempio di cinema che racconta in chiave ironica la cruda realtà della mafia palermitana, senza tuttavia rinunciare a quel realismo che non ha necessariamente bisogno di picchi esageratamente drammatici, soprattutto quando sono le immagini a parlare.
CHE STRANO CHIAMARSI FEDERICO
Ritrae la vita del maestro Federico Fellini attraverso un interessante intreccio di scene ricostruite a Cinecittà e materiali di repertorio, prediligendo toni ironici e gioiosi che quasi indirettamente ci segnalano che l'anima di un artista può vincere la morte e perdurare nel corso dei secoli.
Ambretta Sampietro
BELLAS MARIPOSAS
La grande amicizia tra due adolescenti che le preserva dal degrado che le circonda raccontata con delicatezza e poesia.
LA GRANDE BELLEZZA
Vizi e virtù del mondo romano che conta in un clima da "Dolce vita" girato con taglio americano.
MIELE
Il tema difficile dell'eutanasia affrontato con rigore e misura
STILL LIFE
Un bel film con uno strepitoso protagonista che con delicatezza e rispetto scandaglia quel che resta di vite vissute in solitudine
VIA CASTELLANA BANDIERA
Un'enfasi realistica di come dentro a un'auto i peggiori istinti si scatenino
Duccio Ricciardelli
LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER
Per l'originalità del tema e del modo di narrarlo.
LA GRANDE BELLEZZA
Per la regia e l'innovazione delle tecniche di ripresa oltre che per lo spessore visivo della regia.
SANGUE
Per l'avanguardia cinematografica e la sperimentazione sui linguaggi del corpo e del teatro
LA MIGLIORE OFFERTA
Per la poesia e il rigore delle immagini e per una storia che affascina e rimane scolpita nell'anima dello spettatore.
PER ULISSE
Per l'impegno etico e sociale del documentario e per la ricerca sull'intervista e sull'immaginario nel disagio sociale.
04/01/2014, 09:00
La Redazione