Sinossi *: Per riassumere il concetto di “Ti Stramo” la cosa migliore è utilizzare il titolo esteso del progetto: “Ho voglia di un’ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo”.
L’obbiettivo della pellicola è quello di “parodizzare” le scene più significative dei film sintetizzati nel titolo esteso, all’interno di una storia d’amore per teenager, ormai diventate il pane quotidiano per il consumatore medio del cinema italiano.
I protagonisti della nostra storia sono Stram, diminutivo di Stramarcio, ovvia parodia del personaggio bello e maledetto costruito da Riccardo Scamarcio, e Bambi, personificazione ampia della protagonista femminile di tutti i film giovanilistici che prendiamo in considerazione, da Katie Saunders a Cristiana Capotondi.
La loro è una semplice e lineare love story che nasce per caso ad una festa per liceali, invasa dalla banda del trasgressivo Stram, e che per mille peripezie non riesce mai a sfociare in amore vero.
Bambi, tormentata dalla sua stereotipata professoressa Martuccia, è alle prese con gli esami di maturità, e quindi vive l’innamoramento con Stram quasi distrattamente.
Stram ha un grande problema con Bambi: ha molta sicurezza nel capitanare la sua banda di teppisti sfigati, ma non riesce ad affrontare in maniera matura il tema del sesso con la sua nuova ragazza.
Vittima di una serie di gag tragicomiche, Stram non arriva mai a soddisfare Bambi che, a sua volta è invece una ragazza assolutamente sicura di sé, e con le idee molto chiare sul come impostare una relazione con un ragazzo.
Il continuo e goffo tira e molla tra i due culmina con l’esame di maturità di Bambi, che sembra segnare la fine del loro rapporto amoroso. Anche in quell’occasione, infatti, Stram goffamente riesce a rovinare tutto, fino a perdere Bambi quasi completamente.
Ma il finale, come nelle migliori favole, è lieto, con il riavvicinarsi dei due protagonisti, grazie anche alla magia emblematica di Ponte Milvio e dei suoi lucchetti.