Sinossi *: “L’unico vero realista è il visionario”
Federico Fellini
1934. In treno verso Stoccolma, dove riceverà il premio Nobel per la letteratura, Luigi Pirandello rivive il fascino e la magia dei personaggi che hanno popolato la sua vita e ispirato la sua arte.
Davanti al suo sguardo passano i fantasmi di un’intera esistenza: la follia della moglie, incapace di comprendere e accettare la scelta di vita di un artista predestinato; il burrascoso legame con i figli, schiacciati dal genio paterno e per questo incapaci di volare con le proprie ali; il controverso rapporto con il fascismo; lo scandalo del suo teatro, sovversivo e troppo moderno per il perbenismo borghese; il sogno di un amore assoluto per Marta Abba, la giovane attrice eletta a sua musa ispiratrice in un’inestricabile compenetrazione fra arte e vita.
Eterno Visionario racconta infatti una fase della vita di Pirandello per rivelarne il mondo emotivo, l’umanità, le passioni, le ossessioni e l’esistenza più intima intrappolata fra l’amore dirompente e impossibile per Marta e il burrascoso rapporto con la dolorosa malattia della moglie Antonietta.
Un racconto emozionante che si dipana fra Roma, la Stoccolma dei Nobel, la Berlino dei cabaret e di Kurt Weill, la Sicilia arretrata degli zolfatari e degli arcaici paesaggi. Per restituire il ritratto autentico e vivido, il tormento e la forza di un artista immenso, un implacabile, eterno visionario: un genio capace di trasformare in Arte la propria infelicità.
Note:
Liberamente ispirato a “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura, edito da Longanesi Editore.
I PERSONAGGI
FABRIZIO BENTIVOGLIO è LUIGI PIRANDELLO
Incompreso dalla moglie, che nella follia sembra avere trovato una via di fuga da lui, nella piena maturità incontra Marta Abba, la donna ideale che unisce bellezza e sensibilità artistica. Ma il suo è un amore impossibile: troppo giovane, la bella attrice, che ha meno anni di sua figlia. E così la sua scandalosa passione si trasforma in un’ossessiva ricerca di lei, che trova il suo compimento nell’arte ma non nella vita. Per lo scrittore una dannazione, per il teatro una fortunata stagione creativa.
VALERIA BRUNI TEDESCHI è ANTONIETTA PORTULANO
Sposata a Luigi Pirandello con un matrimonio combinato, gli dà tre figli, ma senza mai condividere con lui la passione per l’arte, di cui il marito è preda. Vittima di una gelosia feroce, trasmessale dal padre, ricco e rozzo siciliano d’altri tempi, arriverà ad accusare Luigi di incesto con Lietta, la loro figlia. Ricoverata ancora giovane in una clinica per ammalati di mente, vi trascorrerà il resto della vita.
FEDERICA LUNA VINCENTI è MARTA ABBA
Proprio all’esordio della sua carriera di attrice incontra Luigi Pirandello, l’uomo che le innalzerà un monumento in vita. Il primo incontro tra Marta e Luigi in palcoscenico è dirompente e dà inizio a un rapporto esclusivo e tormentato. Attenta a mai deludere il suo “Maestro”, lo terrà avvinto a una passione senza sbocchi, condividendo con lui la gloria e i tormenti del genio incompreso, sempre in fuga da se stesso.
AURORA GIOVINAZZO è LIETTA PIRANDELLO
Secondogenita di Luigi Pirandello, è cresciuta in una sorta di adorazione del padre, che ne ricambia l’affetto. Contrariamente alla madre, è stata interlocutrice entusiasta nel suo lavoro di scrittore. Odiata da Antonietta, che la caccerà fuori di casa, non godrà dell’esclusivo affetto del padre, come lei ha sempre immaginato e sperato, perché Marta Abba ne prenderà il posto.
GIANCARLO COMMARE è STEFANO PIRANDELLO
Primogenito di Luigi Pirandello. Cresciuto all’ombra del padre, scelto per di più lo stesso mestiere di scrittore, tenterà di sottrarsi alla sua influenza, senza mai riuscirci. Così ne diviene una sorta di alter ego, invertendo, quando necessario, il suo ruolo. Da figlio si farà padre, riuscendo a ricondurlo alla ragione, sottraendolo all’esilio che Luigi si autoinfliggerà dopo essere stato abbandonato da Marta. Sarà lui a farlo tornare a casa quando Luigi si rinchiude in un esilio volontario in Germania. Troppo tardi, ma ci riuscirà.
MICHELANGELO PLACIDO è FAUSTO PIRANDELLO
L’unico dei tre figli a essersi sottratto all’influenza del padre. In famiglia si è sempre sentito un corpo estraneo, per questo si trasferisce a Parigi, dove si sposa e fa un figlio all’insaputa dei genitori. Pittore dal grande talento, attratto dal modernismo, non è apprezzato dal padre, il quale più di una volta lo mette in guardia da quelli che egli riteneva fossero i rischi del conformismo insiti nella modernità e nelle avanguardie.
MINO MANNI è MASSIMO BONTEMPELLI
L’amico più caro di Pirandello. Come lui vive una relazione scandalosa con una donna di trent’anni più giovane, Paola Masino. Ma il suo è un rapporto libero dalle problematiche vissute dall’amico in quello con Marta. È l’autore della commedia Nostra Dea, che nel 1925 inaugura l’attività del Teatro d’Arte diretto da Pirandello. Da allora sarà sempre a fianco del drammaturgo, e con la Masino e il figlio Stefano sarà l’unico che lo accoglierà alla stazione Termini di Roma, al ritorno da Stoccolma, dove gli è stato conferito il Premio Nobel.
ANNA GARGANO è CELE ABBA
Sorella di Marta, di sei anni più giovane. Anche lei attrice, vive di luce riflessa, condizionata dalla celebrità che subito ottiene la sorella. Farà anche lei parte della compagnia del Teatro d’arte e incoraggerà Marta, con cui vive un rapporto morboso e simbiotico, ad assecondare il desiderio e i sentimenti del maestro. La sua influenza si rivelerà decisiva nel momento in cui Marta, ormai famosa, durante il soggiorno a Berlino in compagnia di Pirandello, deciderà di staccarsi dal maestro e intraprendere una carriera per proprio conto.
MICHELE PLACIDO è SAUL COLIN
Di origine ungherese, è agente e collaboratore di Luigi Pirandello per i diritti esteri. È l’unico ad accompagnarlo durante il viaggio in treno che dalla Germania lo porterà a Stoccolma, dove gli sarà conferito il Nobel. Per questo in quel viaggio, nel corso del quale Pirandello rivivrà i momenti salienti della sua vita, ne diverrà depositario di confidenze e sfoghi.