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- VENEZIA 81 - "Iddu", una verità sulla latitanza di mafia


Sinossi *:
Sicilia, primi anni 2000.
Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l'occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

Liberamente ispirato a fatti accaduti.
I personaggi che vi compaiono sono frutto però della fantasia degli autori.
La realtà è un punto di partenza, non una destinazione.

Cast

Interpreti:
Toni Servillo (Catello Palumbo)
Elio Germano (Matteo)
Daniela Marra (Rita Mancuso)
Barbora Bobulova (Lucia Russo)
Fausto Russo Alesi (Emilio Schiavon)
Giuseppe Tantillo (Pino Tumino)
Antonia Truppo (Sterfania)
Tommaso Ragno (Papacena)
Betti Pedrazzi (Elvira)
Filippo Luna (Giovannino)
Roberto De Francesco (Senatore)
Rosario Palazzolo (Don Gaetano)
Vincenzo Ferrera (Assessore)
Chiara Bassermann
Gianluca Zaccaria (Appuntato Battaglia)
Maurizio Marchetti (Maresciallo Di Graziano)
Lucio Patane' (Sindaco Manciaracina)
Chiara Bassermann

Soggetto:
Antonio Piazza
Fabio Grassadonia

Sceneggiatura:
Antonio Piazza

NOTIZIE 'Iddu - L'Ultimo Padrino'



Note:
Nel 2004, anno nel quale è ambientato "Iddu", il capomafia Matteo Messina Denaro è per la rivista americana Forbes il terzo latitante più ricercato al mondo. Il suo curriculum criminale annovera decine di morti e stragi come quelle che hanno sconvolto l’Italia nel 1992 e nel 1993. “Con le persone che ho ucciso”, si vantava prima della latitanza, “potrei riempirci un mio cimitero privato”. Poi ha evitato inutili esibizioni. Ponderazione, mimetismo, complicità pervasive all’interno del suo territorio, la Sicilia occidentale, i pilastri della sua trentennale invisibilità. Nell’autunno del 2004 ha inizio il carteggio tra lui e un ex sindaco del suo paese d’origine, incaricato dai servizi segreti italiani di dar vita a una corrispondenza epistolare con il capomafia latitante, sfruttando l’antica consuetudine familiare fra l’ex sindaco e il padre di Matteo, il boss mafioso Francesco Messina Denaro. Grazie allo scambio epistolare tra il latitante e l’ex sindaco, gli investigatori individuano la rete di postini che proteggono e favoriscono la latitanza del boss. Sembra che la sua cattura sia a portata di mano ma nel 2006 la corrispondenza s’interrompe perché, come spesso succede in Sicilia, un servitore infedele dello Stato coinvolto nelle indagini su Matteo, svela alla stampa la collaborazione dell’ex sindaco con i servizi segreti e Matteo s’inabissa facendo nuovamente perdere le proprie tracce, fino al gennaio 2023 quando è arrestato in una clinica palermitana dove da due anni era in cura per un tumore all’intestino. Muore otto mesi dopo l’arresto a causa del tumore. Porta con sé nella tomba molti segreti, fra i più torbidi della storia recente d’Italia.

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