Recensioni di :
- TORNERANNO I PRATI - L'inutilità della Guerra


Sinossi *:
Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata.
Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove
la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te.
Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore.
Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto.
E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

Cast

Interpreti:
Claudio Santamaria (Il Maggiore)
Camillo Grassi (L'Attendente)
Niccolò Senni (il Dimenticato)
Andrea Di Maria (Il Conducente di mulo)
Francesco Formichetti (Il Capitano)
Andrea Benetti (Il Caporale)
Domenico Benetti (il Sergente)
Alessandro Sperduti (Il Tenentino)
Andrea Frigo (Il Soldato comandato)
Riccardo Rossi (II) (L'amico del soldato Topino)
Stefano Rossi (II) (Il Morituro)
Marco Rigoni (L'Infermiere)
Nicola Rigoni (Il Carabiniere)
Maurizio Frigo (Il Ferito nostalgico)
Davide Degiampietro (Il Soldato alla mitraglia)
Filippo Baù (barelliere)
Paolo Baù (barelliere)
Daniele Cunico (barelliere)
William Rossi (barelliere)
Alfonso Brugnaro (Il Portalettere)
Anthony Rossi (Il Soldato rancio-posta)
Massimo Vellar (Il Soldato rancio-posta)
Niccolò Tredese

Soggetto:
Ermanno Olmi

Sceneggiatura:
Ermanno Olmi

Musiche:
Paolo Fresu

Montaggio:
Paolo Cottignola

Costumi:
Andrea Cavalletto
Maurizio Millenotti (supervisione)

Scenografia:
Giuseppe Pirrotta

Effetti:
Renato Agostini

Fotografia:
Fabio Olmi

Suono:
Francesco Liotard (fonico di presa diretta)

Collaborazione alla regia:
Maurizio Zaccaro

Trucco:
Dalia Colli

Acconciature:
Daniela Tartari

Organizzazione:
Francesco Ruggeri

Organizzazione:
Giacomo Gagliardo

Colorist:
Donato Casale

NOTIZIE 'Torneranno i Prati'



Note:
14 - 18
2014. Cento anni dall'inizio della Prima Guerra Mondiale

Cento anni di storia che si allontanano sempre più nel passato mentre il fiume del tempo avanza sotto i ponti del progresso che inesorabilmente sbiadisce ogni altra memoria.
Tuttavia ci sono momenti in cui una data sul calendario, un titolo di giornale, una fotografia, smuovono ricordi sopiti che si chiamano tra loro, irrompono nel nostro tempo da protagonisti e giustamente pretendono d’essere riconosciuti e risarciti del loro valore speso per noi: primo fra tutti, la vita. Mio padre aveva 19 anni quando venne chiamato alle armi. A quell'età, l'esaltazione dell'eroicità infiamma menti e cuori soprattutto dei più giovani.
Scelse l’Arma dei bersaglieri, battaglioni d'assalto, e si trovò dentro la carneficina del Carso e del Piave, che segnò la sua giovinezza e il resto della sua vita. Ero bambino quando lui raccontava a me e a mio fratello più grande, del dolore della guerra, di quegli istanti terribili in attesa dell'ordine di andare all’assalto e sai che la morte è lì, che ti attende sul bordo della trincea.
Ricordava i suoi compagni e più d’una volta l’ho visto piangere.
Della 1a Guerra Mondiale non è rimasto più nessuno di coloro che l’hanno vissuta e nessun altro potrà testimoniare con la propria voce tutto il dolore di quella carneficina. Rimangono gli scritti: quelli dei letterati e quelli dei più umili dove la verità non ha contorni di retorica.
Ermanno Olmi

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