Sinossi *: Il titolo si riferisce ai cento passi che separano, nel paesino siciliano di Cinisi, la casa del piccolo Peppino Impastato da quella del boss locale, Tano Badalamenti. Crescendo il giovane manifesta la sua ribellione nei confronti dello strapotere locale della mafia, partecipando a varie manifestazioni di protesta fino alla fondazione di una radio privata che mette in ridicolo lo stesso boss in persona (soprannominato Tano Seduto, monarca di Mafiopoli). Il clima si fa opprimente: se il padre cerca di farlo tacere, la madre e il fratello lo sostengono. Ma quando, nel ’77, si presenta alle elezioni comunali viene fatto tacere con il tritolo. Inizialmente gli inquirenti archiviano la sua morte come “incidente sul lavoro”, in seguito addirittura come “suicidio”. Dovranno passare vent’anni perchè la Procura di Palermo rinvii a giudio Tano Badalamenti per questo delitto. Efficace ritratto di una pagina vergognosa della storia italiana, che segna il ritorno in grande stile di un genere che sembrava essere stato bandito dal nostro cinema: il film d’impegno civile. Ma Giordana, pur nel suo omaggio al miglior Francesco Rosi de Le mani sulla città, affronta con profondità anche il tema struggente dei sentimenti, del conflitto familiare, che genera una “guerra” altrettanto dolorosa fatta di disobbedienza, disillusione, vergogna e lacerazioni del cuore.